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Terremoto del 2012: quei giorni in cui ci siamo scoperti vulnerabili. I numeri della ricostruzione


Reggio Emilia Una scossa di magnitudo 5.9 registrata alle 4.03 di domenica 20 maggio 2012, epicentro Finale Emilia (Modena), segna uno tra i più amari risvegli in Emilia. Ma quel terremoto che fa crollare chiese e fabbriche, che lesiona le abitazioni e provoca le prime vittime nel Ferrarese, è solo il primo boato. Nove giorni dopo, il 29 maggio alle 9 del mattino, c’è la replica – di magnitudo 5.8 stavolta localizzata tra Cavezzo e Medolla, ancora nel Modenese – che spezza le gambe a una terra che cercava di rialzarsi. Ne seguono altre, forti, che allargano il cratere della distruzione trascinandovi dentro anche la Bassa mantovana e il Reggiano.

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Il bilancio definitivo è di 28 morti, 300 feriti, 45mila sfollati e danni per 12,2 miliardi di euro. E un fatto definitivo: l’Emilia si scopre vulnerabile come non credeva di essere. Tredici anni dopo, di quelle ferite profonde le cicatrici restano. Sulle quali, però, si è innestata una portentosa ricostruzione, ormai quasi ultimata. Sono 8 i miliardi di euro di investimenti concessi e oltre 7 quelli liquidati. Circa 20mila abitazioni sono state ripristinate e 28mila persone sono rientrate nelle proprie case; 570 scuole riaperte o ricostruite ex novo senza che sia mai stata persa un’ora di lezione. Oltre 6.800 le piccole attività commerciali, artigiane e dei servizi che sono state rese di nuovo agibili, 3.359 le aziende industriali e agricole ristrutturate e altre 2.155 imprese hanno messo in sicurezza i propri stabilimenti. Sono quasi 10.000 gli interventi che riguardano gli edifici privati, 3,2 miliardi di euro l’ammontare dei contributi concessi per la loro realizzazione. Secondo i dati diffusi dalla Regione, a oggi, la quasi totalità dei cantieri risulta conclusa o prossima alla conclusione: gli interventi ammessi a contributo – ma non ancora completati- sono, infatti, solo il 5% del totale. Restringendo il campo al solo territorio reggiano – Reggiolo, tra i centri più colpiti – sul fronte opere pubbliche sono stati276 i progetti finanziati per un totale di 142 milioni di euro, 175 i cantieri conclusi per un totale di 70 milioni di euro e 47 cantieri in corso per un totale di 35 milioni di euro. La ricostruzione privata ha potuto contare su quasi 3,2 miliardi di euro di contributi sulla piattaforma Mude, oltre 3 miliardi di euro liquidati,9.155 interventi completati. Riguardo invece la ricostruzione di attività e aziende, si contano un totale di 1,8 miliardi di euro di contributi sulla piattaforma Sfinge, liquidati per un totale di oltre 1,7 miliardi di euro e3.259 interventi completati. Numeri dentro ai quali ci sono le storie di persone, famiglie, attività, enti locali che da un giorno all’altro si sono trovati a vivere l’emergenza come condizioni non momentanea, ma prolungata. Un’emergenza che 13 anni fa ha visto stringere una coesione fortissima, uno stare insieme come reazione che resta l’unico sorriso in quei giorni difficili del maggio del 2012. La pandemia da Covid, per paradosso 8 anni dopo, sarebbe stata necessariamente all’opposto, con il distanziamento come parola d’ordine. Come non farci caso.

Tanto è stato fatto per ricucire, per rimettere insieme ciò che il terremoto ha spezzato. Per questo, è ancora in corso un nuovo bando che riguarda i centri storici per la loro riqualificazione e per sostenere nuove aperture di botteghe, uffici, attività artigianali e professionali. Inoltre, resta la ferita aperta delle chiese. Dopo il sisma, di 495 chiese danneggiate ben 325 risultavano inagibili. A oggi sono state stanziate risorse per 382 milioni di euro su 478 edifici (fondi del commissario e cofinanziamenti). Sono 400 quelle riaperte. Proseguono i lavori per completare la realizzazione del Piano delle opere pubbliche e dei beni culturali, condiviso con Soprintendenze e autorità ecclesiastiche, più complessa anche per i vincoli storici e architettonici esistenti. Nelle prossime settimane, per consolidare l’accelerazione della ricostruzione pubblica – e per fare fronte al caro materiali che nel frattempo si è imposto e rispondendo alle esigenze di liquidità dei cantieri in corso affinché non si fermino – il Commissario metterà in campo risorse proprie per circa 10 milioni di euro. Mentre come ogni mese di maggio, nella Bassa da Reggiolo a Finale Emilia non si potrà che ricordarsi di quelle giornate accampati fuori di casa per quella paura che è difficile ancora togliersi di dosso. © RIPRODUZIONE RISERVATA



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