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Agromafie, l’allarme di Coldiretti: «Il Molise fa gola alla criminalità organizzata»


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«Il settore agroalimentare è diventato sempre più attrattivo per le organizzazioni criminali». Lo ha detto il Presidente regionale di Coldiretti Molise, Claudio Papa, presente oggi (20.05.2025) a Palazzo Rospigliosi, sede nazionale di Coldiretti a Roma, insieme con il Direttore regionale, Aniello Ascolese, ed il Presidente regionale di Terranostra, Felice Amicone, alla presentazione dell’8° Rapporto sulla sui crimini agroalimentari in Italia. E’ infatti salito a 25,2 miliardi il business delle agromafie che, nel giro di poco più di un decennio, ha praticamente raddoppiato il volume d’affari.

«Secondo quanto illustrato nel rapporto – ha aggiunto Papa – aumentano sempre più i tentativi della criminalità di estendere i propri tentacoli su molteplici asset legati al cibo. Un esempio è lo sfruttamento degli immigrati attraverso il caporalato, fenomeno cui purtroppo anche la nostra regione non è estraneo, gestito da reti criminali sia italiane che straniere».

Le agromafie, ricorda Coldiretti, usano le pieghe della burocrazia per promuovere il credito illegale, acquisire aziende agricole e riciclare denaro, mentre gli imprenditori subiscono minacce e danni per cedere terre e attività, anche a causa della crisi legata alle tensioni internazionali e all’aumento dei costi di produzione che ha caratterizzato questi ultimi anni, indebolendo molte imprese.

Il nuovo Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Coldiretti, Eurispes e Fondazione Osservatorio agromafie, è stato presentato alla presenza, tra gli altri, del Presidente e del Segretario generale di Coldiretti, Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo, di Alberto Mattiacci, Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese, Sapienza Università di Roma Presidente Comitato Scientifico Eurispes, Francesco Lollobrigida, Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Paolo Sisto, Viceministro della Giustizia, Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma, Giovanni Melillo, Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Chiara Colosimo, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Jacopo Morrone, Presidente Commissione bicamerale d’inchiesta sugli illeciti nel ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari.

L’obiettivo principale delle Agromafie sono i fondi pubblici e il controllo di mercati e appalti, con l’aiuto di professionisti compiacenti e documenti falsi. Ma le infiltrazioni si estendono a ristorazione, mercati ortofrutticoli e grande distribuzione, senza risparmiare vere e proprie le frodi alimentari, con prodotti adulterati o senza etichetta, spesso venduti nei discount. I settori più colpiti sono vino, olio, mangimi e riso, usando agrofarmaci vietati e false certificazioni bio da importazioni dell’Est Europa. Un fenomeno che Coldiretti combatte con i mercati e gli agriturismi di Campagna Amica e Terranostra che offrono prodotti rigorosamente Made in Italy genuini, tracciati e garantiti dal campo alla tavola.

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“La crisi internazionale e i cambiamenti climatici – spiega il Direttore Ascolese – stanno mettendo in crisi la filiera agroalimentare. Infatti, molte aziende agricole, pur operando nel contesto del successo del Made in Italy, faticano a sostenere l’aumento dei costi, la riduzione delle rese, i prezzi imposti dalla GDO e la difficoltà di accesso al credito. In tale contesto le mafie, grazie alla loro liquidità, offrono prestiti usurari o acquistano aziende agricole in difficoltà, seguendo un modello simile al land grabbing, una strategia criminale che punta direttamente alla terra e alla produzione primaria, ampliando il controllo lungo tutta la filiera: dalla produzione ai fondi pubblici, fino alla manodopera sfruttata”.

“Per questo – conclude il Presidente Papa – un grande plauso va alle Forze dell’Ordine ed alla Magistratura che, con il loro incessante operato, lavorano ogni giorno a tutela delle aziende e dei cittadini-consumatori”. 

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