Scatta l’obbligo per le imprese: senza polizza, niente ristori pubblici
Immagine di repertorio
Con 78 voti favorevoli, 53 astensioni e nessun contrario, il Senato ha approvato in via definitiva la legge che introduce l’obbligo di assicurazione contro i danni da calamità naturali per tutte le imprese italiane. Il provvedimento nasce dalla conversione del decreto-legge n. 39 del 2025 e rappresenta una svolta epocale: nessuna azienda potrà più accedere a fondi pubblici post-disastro senza una copertura assicurativa attiva.
Un nuovo modello di responsabilità e prevenzione
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha spiegato che la riforma punta a rafforzare la cultura della prevenzione e a ridurre la dipendenza dalle casse statali in caso di emergenze. “Vogliamo un sistema imprenditoriale più resiliente”, si legge nella nota del MIMIT, che sottolinea l’importanza di tutelare il patrimonio produttivo nazionale da eventi sempre più frequenti come terremoti, frane e alluvioni.
Tuttavia, le micro e piccole imprese sollevano preoccupazioni, lamentando costi elevati, offerte poco chiare e scarso supporto del mercato assicurativo, specialmente in settori vulnerabili come artigianato e agricoltura.
Polizze catastrofali: un iter legislativo lungo e tormentato
L’obbligo assicurativo era stato inserito nella Legge di Bilancio 2024, ma rinvii e proteste da parte del mondo produttivo hanno rallentato l’attuazione. Dopo vari tentativi falliti di proroga, è stato necessario un decreto-legge ad hoc, approvato a marzo e ora convertito in legge. In Parlamento il provvedimento è passato senza opposizioni, ma le astensioni delle minoranze segnalano la richiesta di ulteriori chiarimenti e correttivi.
Scadenze differenziate in base alla dimensione dell’impresa
La nuova normativa introduce tre scadenze differenziate:
- Grandi imprese: obbligo attivo dal 31 marzo 2025, con una tolleranza di 90 giorni. Le sanzioni scatteranno dal 1° luglio 2025.
- Medie imprese: dovranno adeguarsi entro il 1° ottobre 2025.
- Micro e piccole imprese: potranno mettersi in regola entro il 1° gennaio 2026.
Chi non rispetterà i termini non potrà beneficiare di nessun sostegno economico pubblico, né detrazioni fiscali né contributi per la ricostruzione.
Solo chi è coperto verrà risarcito
La legge è chiara: gli indennizzi pubblici saranno concessi solo alle imprese con polizza attiva al momento dell’evento e per immobili in regola dal punto di vista edilizio. Sono inclusi anche edifici sanati o in fase di sanatoria, mentre gli immobili abusivi restano completamente esclusi da ogni forma di aiuto pubblico.
L’obbligo riguarda anche strutture non di proprietà, come capannoni, impianti o macchinari in affitto: in questi casi, se il proprietario non ha stipulato la polizza, l’onere ricade sull’utilizzatore.
Le regole tecniche: cosa dice il decreto attuativo
A completare il quadro normativo è intervenuto il decreto attuativo MIMIT n. 18 del 30 gennaio 2025, che definisce:
- Lo schema base di polizza
- I criteri per confrontare le offerte
- L’elenco degli eventi naturali da coprire: terremoti, inondazioni, frane, alluvioni
La copertura deve riguardare l’intero patrimonio immobiliare dell’impresa, e può includere anche immobili a uso promiscuo, come abitazioni parzialmente utilizzate per attività economiche.
Una novità rilevante: per alcune tipologie di danno, il decreto prevede l’assenza di franchigie e scoperti, migliorando la protezione effettiva delle aziende.
Mercato assicurativo sotto osservazione
Ora la sfida passa al mercato: le compagnie dovranno garantire prodotti trasparenti, accessibili e su misura. Intanto, lo Stato sarà chiamato a sorvegliare l’effettiva applicazione del sistema, per evitare che il passaggio dalla logica dell’emergenza a quella della prevenzione resti solo un obiettivo sulla carta.
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