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diga jato a secco, a rischio centinaia di ettari di colture:”interventi non più prorogabili, si punti sui fondi del pnrr”.


Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

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Intorno al destino della Diga Jato ruota quello di centinaia di imprese agricole. Non più prorogabili gli interventi da avviare per il ripristino di un’erogazione idrica puntuale e certa in quell’area. Confcooperative Palermo e la Cooperative di Comunità Terre delle Balestrate lanciano un allarme chiaro e chiedono l’intervento immediato dell’assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo e del dirigente del Dipartimento, Fulvio Bellomo, affinché si costituisca un tavolo tecnico che miri alla soluzione di un problema vecchio ma che oggi rischia di vanificare irrimediabilmente il risultato di quel percorso che, grazie alla loro intuizione, Danilo Dolci ed il suo gruppo, fucina di idee lungimiranti, riuscirono a portare avanti in questa fetta di Sicilia, fino a cambiare la storia dei contadini di quelle contrade e a farne imprenditori.

L’idea è oggi quella di sfruttare l’irripetibile opportunità dei fondi del Pnrr per riportare capillarmente l’acqua in un territorio che rappresenta una vera e propria miniera d’oro, ma che nei decenni ha subito un drastico depauperamento a cui occorre porre rimedio. Un territorio ricco, con colture che sono fiori all’occhiello per l’intera Sicilia, è in larga parte rimasto a secco. In queste terre, giovani imprenditori, coraggiosi e determinati, soci della Cooperativa di Comunità Terre delle Balestrate, hanno scommesso su nuove coltivazioni, come il mango e l’avocado, un’idea risultata vincente, che può essere volano concreto per l’economia locale, richiamando nuovi investimenti. Ma in assenza di interventi strutturali in grado di assicurare la disponibilità di acqua,si rischia di bloccare questo processo virtuoso.

Sarebbe un paradosso:individuare la strada giusta ma non poterla percorrere. Con il loro grido d’allarme, Confcooperative Palermo e la Cooperativa di Comunità Terre delle Balestrate chiedono soluzioni a breve termine e sollecitano la redazione di uno studio di fattibilità che possa garantire pannelli d’approvvigionamento per la copertura di tutte le contrade. La Diga Jato serve la Piana di Partinico,Trappeto e arriva al mare di Balestrate. E’ anche il simbolo di un cambiamento culturale che, con la realizzazione dell’invaso, portò in questa fetta di Sicilia coltivazioni di elevata qualità, con l’impegno e i sacrifici economici di coltivatori diretti e grandi imprese.

Con il deterioramento delle condotte di vetrocemento e le conseguenti perdite idriche, sempre più importanti, fino ad essere ingestibili, lo scenario è progressivamente mutato senza che ad oggi sia stata attuata alcuna soluzione al problema, che ha assunto proporzioni enormi. “Indispensabile -spiega Arangio-poter contare su un bacino che con regolarità garantisca acqua alle colture e eventualmente irrigazioni di pronto soccorso. Centinaia di ettari si ritrovano privi di una goccia d’acqua. L’intervento deve essere immediato, come l’assunzione di un impegno da parte della Regione e la convocazione di un incontro per fare il punto della situazione”

.L’idea è quella di sfruttare l’irripetibile opportunità dei fondi del Pnrr per riportare capillarmente l’acqua in un territorio che rappresenta una vera e propria miniera d’oro, ma che ormai da decenni è abbandonato a se stesso, in larga parte rimasto praticamente a secco, tanto che alcune innovative coltivazioni,avviate da giovani imprenditori determinati e coraggiosi, rischiano di essere abbandonate. Il riferimento è in particolar modo alle nuove coltivazioni di frutti tropicali, come il mango e l’avocado, un’idea risultata vincente, ma che in assenza di interventi strutturali, rischia di condurre le imprese cooperative che hanno investito nel progetto a scelte drastiche. Sarebbe un paradosso: trovare la strada giusta ma non poterla percorrere. Il grido d’allarme riguarda naturalmente anche tutte le altre colture, eccellenze siciliane da tutelare e per le quali le nostre cooperative si spendono da decenni. Confcooperative Sicilia sede territoriale di Palermo e la Cooperativa di Comunità Terre delle Balestrate chiedono soluzioni a breve termine e sollecitano la redazione di uno studio di fattibilità che possa garantire pannelli d’approvvigionamento per la copertura di tutte le contrade.

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La Diga Jato serve la Piana di Partinico, Trappeto e arriva al mare di Balestrate. E’ anche il simbolo di un cambiamento culturale che, con la realizzazione dell’invaso, portò in questa fetta di Sicilia coltivazioni di elevata qualità, con l’impegno e i sacrifici economici di coltivatori diretti e grandi imprese. Con il deterioramento delle condotte di vetrocemento e le conseguenti perdite idriche, sempre più importanti, fino ad essere ingestibili, lo scenario è progressivamente mutato senza che ad oggi sia stata attuata alcuna soluzione al problema, che ha assunto proporzioni enormi. 

“Indispensabile – spiega Arangio – poter contare su un bacino che con regolarità garantisca acqua alle colture e eventualmente irrigazioni di pronto soccorso. Centinaia di ettari si ritrovano privi di una goccia d’acqua. L’intervento deve essere immediato, come l’assunzione di un impegno da parte della Regione e la convocazione di un incontro per fare il punto della situazione”.



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