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Papa Leone XIV riceve il presidente argentino Javier Milei in un clima positivo e di cordialità


Papa Leone XIV ha ricevuto stamattina in udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Presidente argentino Javier Milei. È il terzo presidente latinoamericano ad incontrare il nuovo Pontefice. La visita di Milei in Vaticano fa parte di una agenda internazionale che porterà il Presidente in Italia, Spagna, Francia e Israele. 

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La delegazione Argentina, composta anche dalla sorella del Presidente e Segretaria Generale della Presidenza, Karina Milei, dal Ministro degli Esteri, Gerardo Werthein, e dal portavoce Manuel Adorni, arrivata nel cortile di San Damaso, è stata accolta dal reggente della Prefettura della Casa Pontificia, Mons. Leonardo Sapienza. Dopo il tradizionale picchetto della Guardia Svizzera e lo scambio di saluti, Milei ha raggiunto in ascensore la seconda Loggia per l’incontro con Papa Leone nella Biblioteca del Palazzo Apostolico. 

È stata la prima udienza ufficiale di Javier Milei con Leone XIV, svoltasi in forma privata che è durata circa 45 minuti. Dopo aver presentato al Papa l’intera delegazione, si è svolto il tradizionale scambio dei doni. Il presidente Milei ha voluto subito “costruire ponti” personali con il capo della Chiesa cattolica, ha esposto il suo piano di governo, la situazione attuale dell’Argentina, le relazioni con Washington e Gerusalemme. Inoltre durante il colloquio Milei ha invitato il Santo Padre in Argentina, territorio da lui visitato prima di diventare Papa.

l’incontro tra Papa Leone XIV e il presidente Argentino Javier Milei (Vatican Media)

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Successivamente si è svolto l’incontro in Segreteria di Stato con il cardinale Pietro Parolin, accompagnato da Mons. Mirosław Wachowski, Sotto segretario per i Rapporti con gli Stati. La Santa Sede informa che nel corso di questo cordiale colloquio è stato ribadito il reciproco apprezzamento per le solide relazioni bilaterali e la volontà di rafforzarle ulteriormente. Ci si è poi soffermati su questioni di comune interesse, tra cui l’andamento socioeconomico, la lotta alla povertà e l’impegno a favore della coesione sociale. Infine, ci si è intrattenuti su alcuni temi di carattere sociopolitico, regionale ed internazionale, con speciale attenzione ai conflitti in corso, rilevando l’importanza di un impegno urgente a sostegno della pace. Milei è entrato in Vaticano alle 8:51 ed è uscito alle 10:43. Ha trascorso la maggior parte del tempo con il Papa e poi ha incontrato il Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin.

Considerati i recenti rapporti diplomatici tra la Santa Sede e il governo argentino, il Sommo Pontefice comprende la visione di Milei e conosce molto bene l’opinione che papa Francesco aveva su quest’ultimo. Sono due leader che hanno visioni differenti del mondo. Recentemente l’underdog argentino, nella sede della Banca Interamericana di Sviluppo a Washington, aveva detto che “la giustizia sociale è un’aberrazione e che la carità non si fa con le armi puntate. Solo il mercato può risolvere questo problema, ma loro non ci credono”.  

Per Papa Prevost risuona un monito globale: non c’è pace senza giustizia e non c’è giustizia senza limiti al potere economico. L’aveva anche ricordato nell’Udienza Generale in Piazza San Pietro, davanti a circa 35.000 fedeli. In quell’omelia il Papa aveva riflettuto sulla parabola dei lavoratori della vigna. “Il mercato è il luogo degli affari, dove, purtroppo, si comprano e si vendono anche affetti e dignità. Il Signore, invece, ci ricorda che la nostra vita ha un valore, e il suo desiderio è aiutarci a scoprirlo”.

Presidente Javier Milei Card Pietro

Presidente Javier Milei Card Pietro (Vatican News)

07/06/2025

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Sebbene i rapporti di Javier Milei con la Chiesa cattolica sembrino pacificati da quando ha assunto l’incarico, come dimostrano la visita a Papa Francesco e la partecipazione di una delegazione governativa al suo funerale, i giornali argentini hanno criticato il dualismo tipico del Presidente. Da un lato porta avanti una politica, internamente ed esternamente, di divisione, insultando gli oppositori; dall’altro incontra il Papa del dialogo, dell’armonia e della pace. 

L’elezione di Papa Leone XIV è stato un buon segnale per l’America Latina, regione che rimane sempre un territorio chiave per il cattolicesimo, e il sostegno ai poveri, la crisi economica, l’immigrazione clandestina e i conflitti in Europa e Medio Oriente rimangono le sue priorità.

Recentemente l’Arcivescovo di Buenos Aires, Jorge García Cuerva, aveva pronunciato parole dure contro “l’odio e l’iniquità” durante un’omelia a cui aveva partecipato anche il Presidente argentino. Mons. Garcia Cuevas mise in discussione coloro che “diffamano, disprezzano o criticano in modo distruttivo una persona, un’entità o un’opera”. Il prelato aggiunse che c’è bisogno di dialogo, di forgiare una cultura dell’incontro, di frenare urgentemente l’odio: “Diamoci un’altra possibilità. Non possiamo costruire una nazione attraverso la guerra tra di noi. Ogni atto di violenza è condannabile e rompe il tessuto sociale”.

Dopo l’elezione di Robert Prevost come successore di Francesco, avvenuta l’8 maggio, Milei si congratulò con lui ed espresse la speranza che egli difendesse la vita, la libertà, come doni sacri del Creatore, come anche la proprietà privata: “Che la sua parola e la sua testimonianza siano uno scudo contro la cultura della morte, il totalitarismo crescente e il relativismo immorale”.

Inoltre il presidente argentino, dopo aver appreso la notizia dell’elezione del nuovo Papa, e della scelta del Pontefice del nome Leone XIV, il presidente dell’Argentina, che si fa chiamare ‘León’, aveva pubblicato sui suoi social un’immagine generata dall’intelligenza artificiale, in cui mostrava un leone – proprio come quello che usa per riferirsi a se stesso – vestito con gli abiti papali, interpretando simbolicamente la nomina del nuovo Pontefice come un segno favorevole per il suo governo e per il movimento libertario che rappresenta.

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