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«Fare impresa? Una missione» – Imprese e Lavoro


Iniziano i seminari gratuiti della Camera di Commercio Lecco-Como Il responsabile Algarotti: «Grande interesse su turismo e innovazione»

«Mi metto in proprio», è il titolo dei seminari gratuiti che la Camera di Commercio di Como Lecco organizza per chi pensa a un progetto di lavoro autonomo. L’utenza del servizio Punto Nuova Impresa che organizza gli incontri online e in presenza è di circa 300 persone.

«Dieci anni fa la cifra era doppia ma c’era un’utenza molto diversa, molte delle persone che incontravamo per dei colloqui non davano seguito a reali aperture di attività. Oggi la tendenza ad aperture di nuove aziende è maggiore», afferma Walter Algarotti, responsabile del Punto Nuova Impresa, servizio a cui collaborano anche Annalisa Favara e Giuseppe Longo che, come Algarotti, sono anche i docenti dei seminari.

Come sono organizzati i seminari?

Alterniamo lezioni in presenza nelle sedi di Como, Lecco e Sondrio (visto che l’iniziativa è realizzata anche in collaborazione con l’ente camerale di Sondrio) a lezioni online. Abbiamo appena realizzato uno degli incontro online, mentre il 17 giugno dalle 9,30 alle 12,30 si terrà l’incontro in presenza a Como per il quale le iscrizioni sono aperte. I corsi hanno la durata di tre ore durante le quali si affrontano temi comuni alle varie attività economiche quali le forme giuridiche d’impresa, le procedure burocratiche, le agevolazioni economiche pubbliche per l’avvio di impresa. A unire tutto c’è il filo rosso del business plan per avere le basi su come fare la valutazione di un progetto imprenditoriale.

Qual è il livello di partecipazione?

Il webinar presenta una partecipazione elevata, tanto che accade di dover riprogrammare incontri aggiuntivi. Noi comunque ammettiamo in aula, che sia virtuale o fisica, non oltre 15 persone per volta per la precisa scelta di rendere questi incontri anche occasione di dibattiti e confronto, cosa che con un numero maggiore di partecipanti limiterebbe il tempo a disposizione per fare domande ed essere quindi parte attiva. Gli incontri in presenza hanno una partecipazione più bassa, con in media 5-6 persone, e in qualche occasione abbiamo anche dovuto annullare l’incontro per mancanza di iscritti.

Qual è il profilo dei partecipanti?

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Il profilo dell’utente medio dell’ultimo biennio è dato da uomini e donne (queste ultime prevalenti), in età compresa fra i 35 e i 45 anni.

A corso concluso si stabilisce una relazione fra persone concretamente intenzionate ad avviare un’attività e la Camera di Commercio?

Sì. In primo luogo il seminario rappresenta idealmente il primo punto di contatto. Molte delle persone che partecipano prenotano l’appuntamento gratuito con noi per affrontare le proprie necessità e bisogni legati al progetto imprenditoriale. Le tematiche discusse in aula vengono riprese nei colloqui individuali. Il nostro è un servizio di orientamento e formazione, non di consulenza. Non ci sostituiamo, dunque, a commercialisti, avvocati e associazioni di categoria. Il nostro è un lavoro preliminare per cercare di rendere le persone il più possibile autonome rispetto alla valutazione del progetto d’impresa, affinché, ad esempio, possano parlare in modo consapevole con il commercialista o l’avvocato senza dover necessariamente avere forti competenze ma perlomeno cognizione di causa sì. Questo è il nostro obiettivo, tanto che poi questo servizio viene implementato successivamente con corsi di formazione.

C’è interesse da parte dei giovani?

Il nostro punto di forza sta nel fatto che da due anni abbiamo delle collaborazioni molto significative sul territorio con i servizi Informagiovani territoriali di Lecco, Cantù e, più di recente, di Como. Così raggiungiamo anche un target più giovane su cui lavoriamo in chiave di orientamento e di sensibilizzazione sul significato del mettersi in proprio, ma anche in chiave di formazione.

Quali altri servizi dà il Punto Nuova Impresa?

Sui tre territori sono avviati progetti finalizzati anche a erogare ore di consulenza a supporto dell’avvio di impresa attraverso specialisti e associazioni di categoria. In tal senso noi abbiamo in carico tutta la parte preliminare alla consulenza e alla costituzione d’impresa, dando servizi di orientamento e informazione. Altri enti del territorio si occupano invece di consulenza e di assistenza. Alle persone che avviano un’attività la Camera offre una serie di altri servizi legati alla tutela e regolazione del mercato, proprietà intellettuale, internazionalizzazione con riferimenti su diversi mercati del mondo. L’ente offre dunque servizi strutturati alle imprese avviate. Alcuni servizi ad impresa avviata vengono comunque gestiti da noi, ed è il caso dell’orientamento e informazione per l’accesso ai bandi e ai contributi pubblici per le startup, dei servizi dell’area promozione (sostenibilità, innovazione, tutela e regolazione del mercato, progetti strategici e estero) accompagniamo le imprese nel loro percorso di crescita.

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Com’è cambiato negli anni il tipo di partecipanti?

Negli anni l’utenza è cambiata. Fino al 2015-2016 era più debole, le persone accedevano al percorso per l’imprenditorialità per esigenza, perché magari avevano difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro. Negli ultimi anni non è più così: il mercato del lavoro è più dinamico e l’utenza, di età più matura, è più preparata e consapevole.

A che tipo di attività le persone sono più interessate?

Il maggior interesse riguarda soprattutto le attività del turismo, ultimamente ci sono anche iniziative in ambito culturale. Non mancano le idee più legate all’innovazione, avendo sul territorio università e Parco scientifico ci sono progetti che riguardano lo sviluppo di applicazioni e di servizi per le imprese. Molto meno invece sul manifatturiero.

Ha visto cambiare nel tempo la voglia di fare impresa?

La voglia di impresa continua ovviamente ad esserci, ma è decisamente cambiata. In qualche misura, oggi è definibile come una scelta più consapevole e matura, in fondo meno dettata da esigenze di mercato e difficoltà personali di accesso al mondo del lavoro. Negli anni scorsi la sopravvivenza a tre anni dall’apertura si attestava intorno al 25-30%. La pandemia ha davvero resettato tutto, chi si rivolge a noi ha maggior maturità per cui credo che queste percentuali, che sono ancora su livelli simili, siano destinate a migliorare.

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