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Presentato il rapporto “L’economia della Toscana” – Agipress – Agenzia di stampa nazionale


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AGIPRESS – Presentato oggi a Firenze il rapporto annuale “L’economia della Toscana”. Nel 2024 l’economia della regione è cresciuta debolmente: in base all’indicatore trimestrale dell’economia regionale della Banca d’Italia, l’aumento del prodotto sarebbe stato pari allo 0,6 per cento, a fronte dello 0,7 in Italia. L’indicatore coincidente Regio-coin Toscana, che coglie l’andamento delle componenti di fondo del PIL, segnala il proseguimento della fase negativa del ciclo economico.
La crescita del prodotto è stata condizionata dal mancato apporto del settore manifatturiero, penalizzato dalla crisi del sistema della moda, il maggior comparto di specializzazione produttiva regionale, il cui calo non è stato del tutto compensato dal buon andamento di altri comparti, principalmente farmaceutica e gioielleria, trainati della domanda estera. L’attività dei servizi è aumentata in misura contenuta; il turismo è risultato in crescita solo nelle presenze straniere. Le costruzioni hanno mostrato una dinamica positiva grazie alla componente pubblica, alimentata anche dai progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Nonostante la debole congiuntura, la redditività si è mantenuta su livelli positivi per un’ampia quota di imprese e la liquidità è rimasta elevata nel confronto storico. Sono aumentati gli occupati ma, in corrispondenza della difficoltà di alcuni comparti manifatturieri, è cresciuto pure l’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Le retribuzioni hanno accelerato, per effetto dei rinnovi contrattuali, anche se la dinamica sarebbe inferiore a quella del Paese; la crescita dei redditi e il significativo calo dell’inflazione hanno favorito un modesto aumento dei consumi.
La debolezza della domanda di prestiti, in un contesto di condizioni di offerta rimaste improntate alla cautela, si è riflessa in un calo del credito alle imprese, minore rispetto all’anno precedente ma ancora accentuato per quelle di piccola dimensione. I prestiti alle famiglie hanno continuato a crescere, grazie principalmente alla dinamica del credito al consumo cui si è aggiunta la ripresa dei mutui. La qualità del credito è rimasta pressoché costante su livelli storicamente elevati; è tuttavia leggermente aumentato il tasso di deterioramento dei prestiti alle imprese.
È proseguita l’azione di stimolo degli enti pubblici territoriali: le spese correnti e soprattutto quelle in conto capitale sono aumentate; in particolare, gli investimenti connessi con il PNRR sono cresciuti in misura marcata e hanno contribuito all’attività delle imprese edili e di quelle industriali.
Le prospettive dell’economia toscana per l’anno in corso sono caratterizzate da forte incertezza. L’elevata apertura internazionale rappresenta un fattore di rischio poiché espone in modo diretto le imprese esportatrici e i propri lavoratori ai cambiamenti nelle politiche commerciali dei paesi partner. La politica doganale recentemente varata dall’amministrazione degli Stati Uniti, primo paese di destinazione per le merci toscane, potrebbe significativamente impattare sull’export.
La domanda estera ha rappresentato negli ultimi due decenni un elemento di traino dell’economia toscana, tradizionalmente caratterizzata da un peso più elevato della manifattura e del turismo internazionale rispetto alla media italiana; a partire dal periodo pandemico, tuttavia, il suo contributo non è stato più sufficiente a sostenere la crescita.
L’apertura internazionale della regione si è concretizzata nel tempo anche in un aumento delle unità locali di imprese che fanno parte di gruppi internazionali, tipicamente caratterizzate da maggiore produttività e spinta all’innovazione. Quest’ultima trae vantaggio altresì da un sistema universitario più propenso della media italiana alla brevettazione, caratteristica che si estende in generale alle start up innovative toscane, anche se la loro incidenza in rapporto alla popolazione è inferiore.



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