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Booklet Sostenibilità — Assolombarda


Introduzione

La sostenibilità è una sfida globale e multidimensionale che richiede l’impegno di tutti i livelli di governance, dalle istituzioni internazionali a quelle nazionali, fino alle realtà locali. In quanto fulcro economico dell’Italia, la Lombardia ha un ruolo fondamentale nel favorire uno sviluppo sostenibile a livello nazionale ed europeo, attuando politiche e pratiche che mantengano un equilibrio tra aspetti economici, sociali e ambientali. Per valutare il grado di sostenibilità della Lombardia e confrontarlo con quello delle altre regioni motori d’Europa (Baden-Württemberg, Cataluña, Auvergne-Rhône-Alpes e Bayern), si propone il presente progetto di ricerca «Booklet sostenibilità»: un documento sintetico e informativo, aggiornabile con cadenza annuale, basato su dati selezionati, oggettivi, affidabili e con disponibilità di confronto europeo.

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Il “Booklet sostenibilità” ha due obiettivi principali:

  • analizzare la sostenibilità dell’ecosistema della Lombardia e delle regioni benchmark in relazione alle tre sfide «economica», «sociale» e «ambientale» con un approccio multidimensionale;
  • confrontare la sostenibilità delle imprese della Lombardia e delle regioni benchmark, utilizzando i rating ESG (Environmental, Social and Governance) che misurano la performance delle aziende in termini di impatto ambientale, responsabilità sociale e buona governance.

Data la natura intrinsecamente multidimensionale della sostenibilità, le evidenze principali vengono qui riassunte separatamente per i pilastri economico, ambientale e sociale e per i rating ESG delle imprese.

1 – La sostenibilità economica dell’ecosistema

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In termini di sostenibilità economica, la Lombardia si posiziona ai primi posti tra i benchmark per ricchezza generata e produttività, nonché internazionalizzazione, sia in termini assoluti che per performance recente. Negli ultimi 10 anni, infatti, la crescita economica lombarda (+12,3% tra 2015 e 2024) è stata seconda solo alla Cataluña per incremento del Pil reale. Nel 2023, inoltre, il Pil pro-capite a parità di potere d’acquisto vede la Lombardia al secondo posto, molto vicina alle regioni tedesche. Considerando la produttività del lavoro, misurata come Pil in volume in rapporto alle ore lavorate, la Lombardia insegue le regioni tedesche con una crescita del 6,8% tra 2015 e 2022, nettamente superiore a Cataluña e Auvergne-Rhône-Alpes. Anche la performance dell’export ricalca queste dinamiche, con le esportazioni lombarde cresciute del 47,2% tra 2015 e 2024 (dietro solamente alla Cataluña, +56,9%).

Più variegati i segnali che arrivano dal mercato del lavoro, con un tasso di disoccupazione ai minimi storici ma con un bacino di forza lavoro già ristretto e previsto in ulteriore calo causa fattori demografici. Nel 2024, la popolazione lombarda in età lavorativa è stata pari al 64,0%. Secondo le ultime proiezioni Eurostat, questa quota scenderà al 54,5% nel 2100, con una perdita in termini assoluti di circa 1 milione di potenziali lavoratori, il calo maggiore tra le regioni benchmark (-16%). Questa dinamica appare ancor più critica se affiancata alla situazione del mercato del lavoro: se è vero, infatti, che la Lombardia ha raggiunto un tasso di disoccupazione molto basso abbattendolo di diversi punti percentuali negli ultimi anni (3,7% nel 2024), è anche vero che la regione si colloca all’ultimo posto tra i peer per tasso di attività e occupazione, e con un ampio distacco (circa 10 punti percentuali dal Bayern in cima), denotando un problema strutturale di scarsa partecipazione al mercato del lavoro. D’altro canto, questa quota così importante di popolazione ora fuori dalla forza lavoro, potrebbe costituire in futuro un bacino potenziale di lavoratori aggiuntivi per compensare, almeno in parte, la dinamica demografica negativa.

La propensione a ricerca e sviluppo, investimenti e innovazione resta invece lontana dalle regioni leader tedesche. Nel 2022 (ultimi dati disponibili) in Lombardia sono stati spesi 539 euro pro-capite in ricerca e sviluppo, per un totale pari all’1,17% del Pil. Entrambi questi numeri posizionano la Lombardia all’ultimo posto tra i benchmark, e anche nel confronto temporale con il 2015 si evidenziano miglioramenti di scarsa entità (in rapporto al Pil lombardo, la spesa è addirittura calata dall’1,25% del 2015).

Più positiva è l’evoluzione degli investimenti. Anche se, in rapporto al Pil, gli investimenti fissi lordi in Lombardia (20,6%) sono superiori solamente alla Cataluña, c’è stata una forte crescita tra 2015 e 2022: +58,9% in valore e +4,2 punti percentuali rispetto al Pil. L’impennata mostrata dalla Lombardia dal 2020 è stata accompagnata da un importante incremento di investimenti in macchinari ed è riconducibile solo in parte agli incentivi edilizi.

Passando agli output del processo innovativo, misurati con il numero di brevetti, la Lombardia resta molto lontana dalle regioni tedesche, visto anche il debole incremento del +4,9% tra 2015 e 2024. Questa crescita ha portato il numero di brevetti in regione intorno a quota 1,5 mila, distante dai 5,4 mila in Baden-Württemberg e i 7,0 mila in Bayern. Un altro risultato del processo innovativo è l’occupazione in settori high-tech. In rapporto al totale degli occupati, questa è stata pari al 6,2% in Lombardia nel 2024 (solo in Auvergne-Rhône-Alpes si registra una quota inferiore). È però interessante scomporre la quota tra macro-settori: il 2,1% appartiene alla manifattura, un livello inferiore solamente al Baden-Württemberg, mentre la Lombardia paga un gap maggiore nei servizi high-tech (4,1%, contro il 4,6% delle regioni tedesche e il 4,8% della Cataluña).

2 – La sostenibilità ambientale dell’ecosistema

Nel percorso verso una piena sostenibilità ambientale, nell’ultimo decennio la Lombardia fa importanti passi in avanti nella lotta al cambiamento climatico, con un’ottima efficienza energetica e con l’abbattimento, in special modo da parte dell’industria, delle emissioni di gas serra, che però restano su livelli pro-capite più elevati rispetto alle altre regioni. Dal 2015, la Lombardia ha ridotto più delle regioni benchmark i consumi finali di energia (-9,7% al 2022). Anche considerando la produttività dell’energia (misurata come Pil/consumi finali di energia), è cresciuta più delle altre regioni, con un incremento stimato del 23,2% tra 2015 e 2022, che la porta per livello al secondo posto dietro al Baden-Württemberg. Tuttavia, risulta penultima tra le regioni benchmark per quota di consumi finali di energia proveniente da fonti rinnovabili (16,2% nel 2022), superiore solo alla Cataluña e molto distante da Auvergne-Rhône-Alpes (20,9%) e Bayern (25,5%).

Parallelamente, tra 2015 e 2022 le emissioni di gas serra in Lombardia sono diminuite (-5,6%), meno che in Auvergne-Rhône-Alpes (-14,5%), ma più che in Baden-Württemberg (-5,4%), Cataluña (-3,8%) e Bayern (-3,1%). Nonostante il significativo calo, le emissioni di gas serra pro-capite restano più elevate in Lombardia rispetto alle altre regioni (6,8 tonnellate equivalenti di CO2 per abitante nel 2022). Ci sono, però, differenze importanti tra le fonti di emissione: tra 2015 e 2022, in Lombardia sono scese significativamente le emissioni dell’industria (-21,8%), mentre sono cresciute quelle derivanti dalla produzione e trasformazione di energia (+18,4%).

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Questo andamento si riflette anche nella cosiddetta emission intensity, ovvero nel rapporto tra valore economico generato ed emissioni di gas serra: se nel complesso dell’economia questa dinamica è stata simile tra le regioni, la Lombardia spicca nell’industria, con un calo nel rapporto tra emissioni e valore aggiunto del settore pari al 37,7% tra 2015 e 2022.

Un altro punto di forza è l’economia circolare, in particolare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani. A partire dal 2015, la produzione di rifiuti urbani pro-capite è rimasta di fatto stabile in Lombardia, stabilendosi a 472 kg per abitante nel 2023, un livello superiore alle regioni tedesche, per altro capaci di ridurre in modo sostenuto la produzione di rifiuti negli ultimi due anni (410 e 450 kg pro-capite rispettivamente in Baden-Württemberg e Bayern nel 2023). A questi dati si affianca, tuttavia, la quota di rifiuti conferiti a raccolta differenziata, in cui la Lombardia primeggia con il 73,9% nel 2023, una percentuale in crescita e nettamente superiore a Auvergne-Rhône-Alpes (59,0%) e Cataluña (48,6%), ma anche alle regioni tedesche con cui si è aperto un divario significativo negli ultimi anni (67,6% in Baden-Württemberg e 62,9% in Bayern).

Questa situazione si ribalta considerando i trasferimenti di rifiuti industriali da dati E-PRTR (European Pollutant Release and Transfer Register). Nel 2023, infatti, la quantità media di rifiuti trasferiti da impianti industriali è stata di 10,9 tonnellate in Lombardia: le regioni tedesche trasferiscono quantità maggiori (intorno alle 16 tonnellate nel 2022), mentre i livelli sono inferiori in Auvergne-Rhône-Alpes (7,2 tonnellate nel 2023) e Cataluña (5,5 tonnellate nel 2022). Se gli impianti industriali tedeschi trasferiscono in media più rifiuti, sono però quelli con le percentuali minori di rifiuti pericolosi (meno del 20% nel 2022) e che ne destinano di più a recupero (più del 90% nello stesso anno). Gli impianti lombardi nel 2023, invece, hanno trasferito rifiuti pericolosi per il 21% del totale e ne hanno destinati a recupero il 68%.

Considerando i principali indicatori, in Lombardia emerge anche una buona qualità dell’acqua, pur con alcune differenze tra i diversi inquinanti. Nel 2022, la concentrazione media di nitrato nelle acque sotterranee in Lombardia è stata di 11,5 milligrammi per litro (mg/L), la più bassa tra i territori benchmark e in trend leggermente decrescente negli ultimi tre anni. Risultano più uniformi le concentrazioni medie di nitrato nei fiumi, in Lombardia (2,39 mg/L) poco superiori a Auvergne-Rhône-Alpes (1,97 mg/L) e Bayern (2,23 mg/L) e in risalita tra 2020 e 2022. Gli indicatori relativi a fosforo totale nei laghi e fosfato nei fiumi, per i quali non è disponibile il confronto con le regioni tedesche, mostrano in Lombardia delle concentrazioni stabili e inferiori alla Cataluña (rispettivamente, 0,04 mg/L e 0,10 mg/L in Lombardia, a fronte di 0,08 mg/L e 1,16 mg/L in Cataluña), ma nel primo caso molto superiori all’Auvergne-Rhône-Alpes (0,01 mg/L).

Un altro indicatore che permette un’analisi della qualità dell’acqua riguarda lo stato dei siti di balneazione. Secondo i dati EEA (European Environment Agency), in Lombardia l’87,5% dei siti di balneazione ha qualità eccellente, una percentuale vicina alle regioni tedesche al top (90,2% in Baden-Württemberg e 93,7% in Bayern).

Più negativo il quadro della biodiversità, con terreni boschivi e coltivati relativamente limitati in regione, e la quota più bassa di agricoltura biologica tra i benchmark. Dai dati Eurostat più recenti (2018), i terreni boschivi secondo la definizione FAO ricoprono il 29,9% della Lombardia, una copertura inferiore a tutte le altre regioni benchmark. La percentuale di aree protette NATURA 2000 sulla superficie regionale, 15,7% nel 2023, è invece più allineata con gli altri territori, con l’eccezione della Cataluña, che arriva al 30,5%.

Passando all’agricoltura, il 42,7% del territorio lombardo è terreno coltivabile (dati 2018), poco al di sotto delle regioni tedesche e dell’Auvergne-Rhône-Alpes, ma una volta e mezzo rispetto alla Cataluña. Tuttavia, solo il 5,9% dei terreni coltivabili è dedicato ad agricoltura biologica in Lombardia (dati 2020), una percentuale inferiore a tutte le regioni benchmark (fino al massimo del 14,8% in Cataluña).

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Infine, in Lombardia resta critica la qualità dell’aria, anche a causa della conformazione orografica sfavorevole. Nonostante qualche miglioramento negli ultimi anni, i livelli di inquinamento rimangono molto elevati, con i dati più negativi per la concentrazione di particolato. Tra 2015 e 2024, le concentrazioni di alcuni tra i principali inquinanti (NO2, PM10 e PM2,5) sono scese in Lombardia meno che in tutti i benchmark. Questa tendenza ha aperto ulteriormente il gap della Lombardia con le altre regioni, come evidenziato dalle concentrazioni medie nel 2024: 21,8 microgrammi per metro cubo (μg/m3) di NO2 (contro i 14,9 del Baden-Württemberg, secondo tra i benchmark); 26,4 μg/m3 di PM10 (contro i 18,3 della Cataluña, seconda); 18,3 μg/m3 di PM2,5 (contro i 9,4 della Cataluña, seconda).

Secondo le stime più recenti della EEA, l’esposizione a inquinanti atmosferici in Lombardia avrebbe portato nel 2022 a 181 morti premature ogni 100 mila abitanti per PM2,5, 42 morti premature ogni 100 mila abitanti per NO2 e 39 morti premature ogni 100 mila abitanti per O3 (in tutti i casi più che nelle regioni benchmark).

3 – La sostenibilità sociale dell’ecosistema

Anche sul fronte sociale della sostenibilità emergono luci e ombre per l’ecosistema lombardo. La regione fa registrare la più bassa percentuale di persone a rischio povertà o esclusione sociale, nonché un tasso di disoccupazione di lungo periodo quasi prossimo allo zero. La Lombardia registra la più bassa percentuale di persone a rischio povertà o esclusione sociale, 14,1% nel 2024. Anche il tasso di disoccupazione di lungo periodo è sceso fino all’1,3% nel 2024, arrivando vicino allo 0,6% delle regioni tedesche.

Inoltre, l’aspettativa di vita alla nascita è risalita dopo gli anni del Covid e supera quella dei benchmark. Dopo un inevitabile calo coinciso con il Covid-19, l’aspettativa di vita alla nascita ha raggiunto un record storico in Lombardia nel 2023, a 84,3 anni, con Cataluña e Auvergne-Rhône-Alpes vicini e le regioni tedesche più lontane (81,8 Bayern, 82,4 Baden-Württemberg). La Lombardia si colloca anche al secondo posto tra i benchmark per minore mortalità infantile (2,8 ogni 1.000 nati nel 2023), una misura comunque molto omogenea tra i cinque territori.

Per quanto riguarda la sicurezza, nel 2022 in Lombardia si sono registrati 40 morti per incidenti stradali per milione di abitanti, un valore inferiore solamente all’Auvergne-Rhône-Alpes (51). Il numero di morti per aggressione, invece, pari a 3,4 per milione di abitanti, posiziona la Lombardia appena sopra alla regione più «sicura» (il Baden-Württemberg con 2,8). In entrambi i casi, nonostante un lieve rialzo tra 2020 e 2022, le misure di mortalità in Lombardia sono in calo rispetto al 2015.

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Nell’ambito dell’istruzione, spicca una netta riduzione nel tasso di abbandono scolastico, ma allungando lo sguardo all’istruzione universitaria permane un forte divario con le altre regioni relativamente alla quota di laureati nella popolazione. Da un lato, il tasso di abbandono scolastico tra i 18 e i 24 anni è sceso di 5,4 punti percentuali rispetto al 2015, portando la Lombardia al 7,7% nel 2024, valore tra i più contenuti nel confronto; dall’altro, pur crescendo nello stesso periodo di 5,9 punti percentuali, la popolazione tra 25 e 34 anni con istruzione terziaria in Lombardia è pari solo al 35,2% nel 2024, una quota inferiore di circa 10 punti percentuali alle regioni tedesche e addirittura di circa 20 punti percentuali a Auvergne-Rhône-Alpes e Cataluña (prima con il 57,5%).

Riguardo ai giovani, negli ultimi anni sono prepotentemente calati disoccupazione giovanile e NEET, ma la partecipazione al mercato del lavoro resta bassa e le prospettive demografiche penalizzano ancor di più questa fascia d’età. La disoccupazione giovanile in Lombardia è calata di quasi 20 punti percentuali tra 2015 e 2024, scendendo al 12,7%; nello stesso arco di tempo, la quota di NEET si è quasi dimezzata arrivando all’8,9%. Gli stessi progressi non si sono però visti nella partecipazione dei giovani al mercato del lavoro: il tasso di occupazione, infatti, cresciuto di 4,9 punti percentuali dal 2015, è pari al 24,4% nel 2024, addirittura la metà rispetto alle regioni tedesche (sopra il 50%) ma nettamente inferiore anche a Cataluña (32,4%) e Auvergne-Rhône-Alpes (38,0%).

In prospettiva, gli scenari demografici aggravano ulteriormente il potenziale contributo, in termini sociali ed economici, dei giovani. La quota di popolazione lombarda tra 0 e 19 anni d’età è scesa dal 18,7% nel 2015 al 17,5% nel 2024, collocandosi all’ultimo posto tra le regioni benchmark. A fine 2024, inoltre, la popolazione lombarda presenta già l’età mediana più alta tra i peer, con 48,2 anni (gli altri territori sono sotto i 45 anni); le proiezioni Eurostat prevedono che in Lombardia salirà sopra i 50 anni intorno al 2050, fluttuando tra 50 e 51 fino a fine secolo e mantenendo un gap con le altre regioni più «giovani», pur più contenuto.

Preoccupa anche la (dis)parità di genere, caratterizzata da un gap nel tasso di attività che è quasi doppio in Lombardia rispetto a tutte le altre regioni. Nonostante un lieve calo negli ultimi 10 anni, nel 2024 rimane un gap di 13,8 punti percentuali tra il tasso di attività degli uomini e delle donne in Lombardia; il gap è molto elevato anche nel confronto con gli altri territori, in nessuno dei quali questo divario supera gli 8 punti percentuali. Questo si riflette in un tasso di attività femminile del 65,1% in Lombardia, molto distante dalle altre regioni, in particolare le tedesche prossime all’80%. La stessa situazione caratterizza inevitabilmente anche il tasso di occupazione, in cui il divario di genere in Lombardia è di 14 punti percentuali nel 2024.

4 – La sostenibilità delle imprese

Confronto rating ESG medi

Analizzando la media dei rating ESG prodotti Moody’s, Refinitiv e Sustainalytics, le imprese della Lombardia sono seconde tra i benchmark per sostenibilità, con performance particolarmente positive in ambito sociale e di governance. I tratti comuni colti dalle tre agenzie vedono anche un’eccellenza della Cataluña negli ambiti sociale e ambientale e una performance relativamente inferiore delle regioni tedesche in tutti gli indicatori. In media, le tre agenzie di rating posizionano le imprese della Cataluña al top tra i benchmark (con un punteggio, normalizzato tra 0 e 100, pari a 62,9); seguono Lombardia (57,8) e Auvergne-Rhône-Alpes (56,6); più distanti Bayern (51,2) e Baden-Württemberg (50,8). Nonostante i differenti metodi delle tre agenzie, tutte sono concordi nel collocare i punteggi ESG delle imprese delle due regioni tedesche sotto a Cataluña, Lombardia e Auvergne-Rhône-Alpes. La Cataluña emerge al top sia per Refinitiv che per Moody’s, mentre i rating di Sustainalytics mettono le imprese lombarde al primo posto (rispettivamente al secondo e terzo posto per Refinitiv e Moody’s).

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Secondo i rating di Refinitiv, le imprese della Cataluña eccellono in quanto a sostenibilità ambientale e sociale, categorie in cui la regione spagnola si distacca nettamente dalle altre quattro. L’attenzione alla governance è invece più omogenea tra i territori. Nel quadro di Refinitiv, la Lombardia si posiziona terza nel pilastro ambientale, seconda in quello sociale e terza in quello della governance. Passando ai rating di Moody’s, la Cataluña resta in prima posizione nella sostenibilità sociale, mentre è appena dietro all’Auvergne-Rhône-Alpes (prima) nell’attenzione all’ambiente. La Lombardia, comunque vicina a Cataluña e Auvergne-Rhône-Alpes in queste due categorie, risulta prima per governance.

I rating di Moody’s misurano anche il rischio climatico delle imprese. Le emissioni mediane di CO2 equivalenti sono stimate pari a 37,1 mila tonnellate in Lombardia, più che in Auvergne-Rhône-Alpes (24,2 mila tonnellate), ma nettamente meno che in Baden-Württemberg (62,7), Cataluña (99,0) e, soprattutto, Bayern (149,8). Inoltre le imprese lombarde risultano terze per gestione del rischio fisico e seconde per transizione energetica, in entrambi i casi con migliori risultati rispetto alle regioni tedesche.

Estendendo l’analisi a tutte le imprese della Lombardia che dovranno redigere un bilancio di sostenibilità in linea con la direttiva CSRD, emergono discrepanze significative nei rating in base alle caratteristiche aziendali, con punteggi superiori per le imprese quotate e di maggiori dimensioni, così come per quelle operanti nei servizi finanziari. In generale, si conferma una performance migliore delle imprese lombarde negli aspetti di governance. In base alla normativa italiana vigente (D.Lgs. 2024/125), in Lombardia sarebbero quasi 3.900 i soggetti interessati dalla CSRD nei prossimi anni: si tratta di 266 grandi imprese quotate, banche e assicurazioni con almeno 500 dipendenti, 3.571 ulteriori grandi imprese (che non rientrano nella prima categoria) e 56 PMI quotate.

Dal confronto tra i rating sul campione ristretto (il cui score è direttamente valutato dagli analisti sulle numeriche delle singole imprese) e quelli sul campione esteso (frutto del modello di stima di Moody’s), emerge un netto distacco: allargando il campione, i punteggi ESG delle imprese lombarde calano significativamente, sia a livello aggregato che nei singoli indicatori, specialmente nell’ambientale e nel sociale. Questo si spiega in parte con una minor presenza di imprese quotate e di grandissime dimensioni nel campione esteso. Anche l’attività svolta dall’azienda ha un impatto non trascurabile sul rating assegnatole: in media, si riscontrano punteggi migliori per le imprese lombarde che operano nei servizi finanziari, seguiti dai servizi non finanziari, dalla manifattura e dal commercio.

Indipendentemente da settore, quotazione e dimensione, alle imprese lombarde viene riconosciuta una performance migliore nel pilastro della governance. In particolare, gli indicatori con i punteggi più alti sono quelli relativi a governance aziendale, comportamento aziendale, diritti umani e risorse umane.



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