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Microcredito

per le aziende

 

Il costo sociale degli strumenti di pagamento in Italia: i risultati dell’indagine di Banca d’Italia


Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Lo scorso 5 giugno la Banca d’Italia ha pubblicato il rapporto “Il costo sociale degli strumenti di pagamento in Italia. I risultati della terza indagine“, avviata nel 2023 (su dati del 2022), nell’ambito del Comitato Pagamenti Italia.

Tale indagine ha ad oggetto essenzialmente i costi complessivi di offerta e quelli di accettazione degli strumenti di pagamento presso esercenti ed imprese, i quali riflettono il conseguimento di importanti traguardi nei processi di innovazione digitale dei pagamenti stessi.

Al pari delle due precedenti (pubblicate nel 2012, con dati al 2009, e nel 2020, con dati al 2016), l’indagine ha coinvolto un campione di operatori del settore (banche e altri prestatori di servizi, da un lato, e imprese ed esercizi commerciali, dall’altro), con l’obiettivo di verificare le condizioni di efficienza del mercato italiano dei servizi di pagamento.

In particolare, nell’introduzione a tale rapporto, la Banca d’Italia ha evidenziato che: “il mercato dei servizi di pagamento al dettaglio è sottoposto da tempo a crescenti pressioni competitive e regolamentari, connesse soprattutto con l’integrazione finanziaria europea e i processi di digitalizzazione. Inoltre, negli ultimi anni la pandemia ha influenzato in modo rilevante le abitudini di pagamento e accelerato la sostituzione tra strumenti, a favore soprattutto di quelli digitali. Questo contesto rende importante approfondire l’analisi delle condizioni di offerta e accettazione degli strumenti di pagamento”.

A tale scopo, l’indagine sul costo degli strumenti e dei servizi di pagamento, condotta su un campione di banche (e altri intermediari) e imprese, rappresenta senz’altro un utile strumento informativo, in un contesto temporale di riferimento in cui – ricorda la Banca d’Italia – “è stata realizzata l’area unica dei pagamenti in euro (Single Euro Payment Area – SEPA) ed è stato armonizzato il quadro normativo europeo, al fine di consentire l’offerta dei servizi sulla base di elevati standard di efficienza e sicurezza e favorire l’espansione dell’industria dei pagamenti”.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Ebbene, in tale scenario, dall’indagine è emerso che i prestatori di servizi di pagamento hanno dovuto sostenere (e continuano a farlo) oneri economici, tecnici e di compliance per adeguarsi ai nuovi standard di sicurezza ed efficienza imposti dalla normativa di settore.

Al contempo, però, l’evoluzione e la crescita del mercato degli strumenti di pagamento e di processi sempre più digitalizzati hanno determinato per gli operatori un forte aumento dei ricavi da servizi di pagamento (passando da 10% ad oltre il 20% del totale ricavi da commissioni bancarie tra il 2009 e il 2022).

In particolare, l’indagine ha rilevato che in Italia nel 2023 il numero di transazioni con strumenti alternativi al contante (bonifici, addebiti diretti e soprattutto carte) ha superato i 13 miliardi, con un aumento del 13,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; inoltre, nel nostro paese il numero di transazioni con carte (credito, debito, prepagate) ormai rappresenta oltre il 70% di tutti i pagamenti elettronici al dettaglio.

Va, peraltro, considerato che la terza Indagine di Banca d’Italia si colloca all’inizio di una nuova fase regolamentare, “volta ad accrescere la competitività, la sicurezza e l’efficienza degli strumenti di pagamento europei, in linea con la Strategia europea dei pagamenti al dettaglio: il recente pacchetto legislativo europeo prevede la revisione della seconda direttiva sui servizi di pagamento (PSD2), il nuovo regolamento sui bonifici istantanei, finalizzato anche a rafforzare la SEPA, e la proposta di regolamento dell’euro digitale”.

Tali risultati confermano dunque il ruolo centrale che i pagamenti digitali stanno assumendo nel sistema economico italiano, in un contesto normativo e tecnologico in continua evoluzione, che mira a garantire un sistema dei pagamenti più efficiente, sicuro e coerente con i principi europei di armonizzazione e integrazione dei mercati finanziari.

Si tratta certamente di un’ottima premessa in vista dell’adozione dell’euro digitale.



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