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Crescita Economica: Le Strategie di Italia e UE per il Rilancio!


Il Governatore della Banca d’Italia ha recentemente tenuto il suo discorso annuale sullo stato dell’economia, offrendo una panoramica dettagliata e complessiva delle dinamiche economiche del nostro Paese. Questo intervento, che coincide con la chiusura dei bilanci delle società, ci permette di comprendere meglio come si sono evolute le diverse componenti del nostro sistema economico nell’ultimo anno.

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Il focus principale del discorso si è concentrato sul mercato del lavoro, un argomento trattato con particolare enfasi e considerato centrale nelle analisi esposte. “Nel 2024, l’occupazione in Italia, benché in rallentamento, ha continuato a espandersi più velocemente del PIL”. Nonostante ciò, non possiamo esultare per il raggiungimento di un record nei tassi di occupazione. Il costo del lavoro, nonostante gli aggiornamenti contrattuali, rimane relativamente vantaggioso rispetto ad altri fattori di produzione. Di conseguenza, si assiste alla crescita di un’economia a bassa produttività, con un incremento dell’occupazione e salari reali che sono ancora del 8,4% inferiori rispetto al 2021.



La situazione del mercato del lavoro, caratterizzata da un disallineamento sia quantitativo che qualitativo del capitale umano, ha portato a un aumento dei contratti a tempo indeterminato e a una diminuzione di quelli flessibili. Questo ha favorito la stabilizzazione dell’occupazione tra gli over 50, ma ha reso più difficile l’accesso al lavoro per giovani e donne.

Guardando al settore delle imprese, la prospettiva non è più rosea. La produttività del settore privato ha registrato una diminuzione per il secondo anno di fila. L’aumento del costo del lavoro ha ridotto la redditività delle imprese a causa di bassi livelli di investimento, dovuti al rallentamento del ciclo economico e all’incertezza dei mercati internazionali.

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Per una crescita sostenibile, è essenziale che il nostro Paese aumenti gli investimenti interni e stimoli sia gli investimenti che i consumi. Sebbene sia necessaria una politica diversificata, è cruciali riportare l’efficacia della spesa a sostegno delle imprese a livelli paragonabili a quelli di Industria 4.0. Attualmente, gli investimenti in ricerca e sviluppo sono scarsi e anche il finanziamento alle start-up innovative è inferiore rispetto agli standard di altri Paesi competitivi.

La ripresa degli investimenti dovrebbe essere accompagnata da spese per la modernizzazione delle industrie e da una revisione degli impegni del Pnrr per migliorare la produttività. Infrastrutture strategiche e l’innovazione nella pubblica amministrazione sono essenziali per stimolare una crescita significativa.

Un aumento dei salari medi è necessario per contrastare la pressione fiscale, che, aggravata dall’inflazione, sta penalizzando tutti i redditi intorno ai 35.000 euro annui. Come sottolineato nel discorso del Governatore, anche se i redditi familiari hanno mostrato segni di ripresa, questa tendenza ha favorito l’aumento del risparmio a causa dell’incertezza sul futuro e dell’alta preoccupazione per la stabilità dell’occupazione.

È necessario quindi sostenere l’occupazione, rispondendo alle preoccupazioni delle famiglie e correggendo le lacune del nostro mercato del lavoro. C’è ancora tempo per utilizzare al meglio le risorse del Pnrr destinate al lavoro. Non saranno sufficienti, ma è possibile iniziare a creare un sistema utile per il futuro.

La programmazione delle risorse è stata realizzata in un contesto completamente diverso dall’attuale. Era necessario avviare un sistema di politiche attive e creare, attraverso i Centri per l’impiego, una rete di servizi al lavoro per supportare una crescita dell’occupazione anche attraverso una formazione rapida. Il post-Covid ha portato a un incremento dell’occupazione oltre ogni aspettativa, ma ha anche evidenziato un deficit crescente di lavoratori con competenze adeguate alle trasformazioni produttive in corso.

L’orientamento e la personalizzazione dei percorsi formativi, insieme agli investimenti sul capitale umano e ai contratti di lavoro per i giovani, sono ancora strade percorribili per ottimizzare l’utilizzo delle risorse ancora disponibili nel settore lavoro.

Il discorso del Governatore della Banca d’Italia ci conferma che abbiamo le risorse e le capacità per delineare un nuovo percorso di crescita economica. L’Europa ci ha fornito risorse e, se cambierà la sua politica di controllo della spesa pubblica per diventare un catalizzatore della domanda, potrà ancora essere uno stimolo per una crescita degli investimenti. Tuttavia, spetta a noi investire su noi stessi. Le barriere e i dazi interni possiamo crearceli da soli. Se ci arrendiamo di fronte alle gare per gli arenili o i taxi, come possiamo pretendere di tutelare gli interessi generali nel settore dell’energia e delle nuove tecnologie IA?

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Seppur non esplicitato, l’invito del Governatore è a osare di più con una politica economica che valorizzi il lavoro e la crescita del Paese.

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Tags: Fabio Panetta



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