Credito alle imprese: in Bergamasca è più difficile che nel resto d’Italia. Attese fino a tre mesi

Mala tempora currunt: sintetizzando, il senso in cui si riassume la periodica ricerca di Confcommercio Bergamo su credito e liquidità per le imprese del terziario è questo. I tempi sono tutt’altro che buoni quando si tratta di bussare alle banche per ottenere un prestito e lo sa bene una impresa bergamasca su quattro che, statisticamente, è ricompresa in quel 25% (contro il 15% del dato nazionale) di chi, negli ultimi 6 mesi, ha visto la propria domanda di credito non accolta» (11%), o «ancora in attesa» (14%). L’analisi degli esiti delle richieste di finanziamento mostra così come il 46% delle domande è stato accolto integralmente, il 29% con importo ridotto, mentre il confronto con il dato nazionale evidenzia alcune criticità specifiche del territorio bergamasco: a fronte di una maggiore propensione alla richiesta di credito (19% contro il 17% nazionale da gennaio a giugno), si registra un tasso di successo inferiore (46% contro 58% nazionale) e una percentuale più elevata di pratiche respinte (11% contro il 7% nazionale). Particolarmente significativo è il dato relativo alle pratiche in attesa di valutazione, che a Bergamo raggiunge il 14% contro l’8% nazionale.

 Sul semaforo rosso del prestito c’è poco da dire perché, come spiega Cristian Botti, presidente di Fogalco, a decidere il merito creditizio «sono ormai più gli algoritmi finanziari che i tipici parametri aziendali». A cominciare dalla conoscenza diretta del direttore di filiale, perché, il refrain ormai noto è che «la banca del territorio non esiste più». E le banche commerciali, aggiunge Botti come magra consolazione, «dimostrano efficienza e rapidità nell’erogazione del credito alle imprese con rating elevato, mentre sono più lente e spesso penalizzanti per le realtà imprenditoriali di minori dimensioni». Per Botti, che guida dal 2021 la Fogalco, cooperativa di garanzia di Confcommercio (e socio fondatore di Asconfidi Lombardia) sono evidenze statistiche che scontano la vera realtà dal momento che fino al 31 maggio scorso, a fronte di 15 pratiche perfezionate con successo, ne restano ancora in stand by (per altro già verificate e con l’imprimatur della stessa Fogalco che ne ha curato la presentazione in banca) una quarantina. Un limbo finanziario che può protrarsi anche oltre i 2/3 mesi di media, arrivando a pesare moltissimo nelle dinamiche di piccole realtà per le quali anche poche decine di migliaia di euro sono vitali. 

A questo punto, al netto del fatto che «prestare soldi non è il nostro mestiere» (perché Fogalco rilascia garanzie) afferma chiaramente Botti, si può fare affidamento sul Credito Diretto, un plafond finanziario per il territorio bergamasco di un milione 250 mila euro destinato a linee di credito dirette, utilizzando il canale associativo di Fogalco attraverso il Confidi. A valere sui fondi Mise si offre così l’opportunità di ottenere finanziamenti per importi compresi tra i 40 mila e i 100 mila euro con tasso zero sul 16% dell’importo richiesto per liquidità o investimento. «La ricerca — è la conclusione di Confcommercio Bergamo — conferma la necessità di un monitoraggio costante dell’evoluzione del rapporto banca-impresa e dell’implementazione di strumenti di supporto specifici per le realtà imprenditoriali di minori dimensioni del territorio bergamasco, a partire dal rilancio del ruolo dei Confidi».

Vai a tutte le notizie di Bergamo

Iscriviti alla newsletter di Corriere Bergamo