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Varese rilancia contro lo spopolamento: 6mila euro a chi si trasferisce e lavora in città – Torino Cronaca


In un’Italia che fa i conti con un costante calo delle nascite e l’emigrazione giovanile, anche i territori più produttivi iniziano a sentire il peso di una crisi demografica che non risparmia nessuno. È il caso di Varese, città del nord lombardo che, nonostante una fitta rete imprenditoriale e due università, fatica a trattenere lavoratori e studenti. Da qui nasce una nuova misura che punta a invertire la rotta: un incentivo economico di 6mila euro per chi sceglierà di trasferirsi e lavorare nel Comune.

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L’iniziativa è stata lanciata dalla Camera di Commercio di Varese, che ha pubblicato un bando rivolto a lavoratori con contratto dipendente che intendano stabilirsi in città. Il contributo, a fondo perduto, sarà erogato nell’arco di tre anni e punta a stimolare l’insediamento stabile di nuove famiglie e figure professionali.

Un segnale d’allarme dal cuore produttivo del Nord

«Si tratta di un esperimento, un test», spiega Mauro Vitiello, presidente della Camera di Commercio varesina. «Siamo preoccupati per il futuro dei nostri territori e delle nostre imprese. Non riusciamo più a trovare le competenze di cui abbiamo bisogno».

Il dato che più preoccupa riguarda la difficoltà nel reperire manodopera qualificata, nonostante la provincia di Varese sia tra le più industrializzate del Paese, con una delle più alte densità aziendali per chilometro quadrato. Eppure, come riportato da Unioncamere, nel solo mese di maggio 2025 erano previste 460mila assunzioni a livello nazionale: una su due è andata a vuoto per mancanza di profili adeguati.

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Agricoltura

 

Giovani in fuga, imprese in difficoltà

Nonostante le ottime performance degli istituti tecnici, che nella provincia garantiscono un tasso di occupazione del 94% ai diplomati, e la presenza di due poli universitari, i giovani tendono ad andare altrove. «Ogni dieci studenti che si laureano qui, quattro lasciano la provincia», sottolinea Vitiello.

Una tendenza che si inserisce nel contesto nazionale: secondo i dati Istat, nel 2023 sono stati 21mila gli italiani under 35 a trasferirsi all’estero. Una diaspora giovanile alimentata in gran parte da salari troppo bassi: in Italia la retribuzione media annua si attesta attorno ai 24mila euro, contro i 36.500 dell’Olanda.

La concorrenza della Svizzera (e di Milano)

A rendere ancora più complesso il quadro di Varese è la prossimità con la Svizzera. Il confine è vicino e il richiamo dei salari elvetici – in media più alti del 25% – è troppo forte per molti. Altri scelgono rotte diverse: la Germania, che continua ad attrarre forza lavoro specializzata, oppure Milano, con le sue opportunità e il dinamismo della metropoli.

La speranza, per Varese, è che l’incentivo economico rappresenti una leva concreta per attirare nuovi residenti, trattenere giovani talenti e rafforzare il tessuto produttivo locale. Ma il problema resta più ampio, e la misura, pur significativa, rischia di essere solo un primo passo. Il nodo della competitività salariale e delle prospettive a lungo termine rimane irrisolto.



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