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Università della terza età, dalla Regione oltre un milione di euro


 Al sistema delle Università della terza età la Regione ha erogato tra il 2020 e il 2023 circa 1,2 milioni di euro di risorse. 

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A fare il punto, in VI Commissione del Consiglio regionale, sullo stato di attuazione della legge regionale 41/2017, che disciplina gli interventi a favore delle Università della terza e della libera età del Friuli Venezia Giulia l’assessore regionale a Lavoro, istruzione e formazione Alessia Rosolen. 

Le attività sono state sostenute attraverso tre linee contributive principali. La prima riguarda il finanziamento delle attività culturali e didattiche, che ha visto l’erogazione complessiva di oltre 815mila euro nel triennio.

La seconda linea ha finanziato le spese di progettazione per la partecipazione a programmi europei e internazionali, con contributi fino a 1.500 euro per progetto per un totale di 61.750 euro erogati tra il 2021 e il 2023.

La terza linea, introdotta nel 2021 con un bando biennale, ha riguardato le spese di investimento per interventi edilizi, arredi e attrezzature, con una spesa complessiva pari di quasi 294mila euro nel triennio. A queste misure si è aggiunto un contributo straordinario di oltre 23mila euro, riconosciuto a titolo di parziale ristoro per i maggiori oneri legati all’aumento dei costi energetici nel periodo compreso tra agosto 2021 e luglio 2022.

Nel triennio accademico 2020-2023, sono state 30 le Università coinvolte nelle attività sostenute dalla Regione, distribuite nelle aree triestina (3), goriziana (3), udinese (16) e pordenonese (8). Tuttavia, il numero complessivo degli associati ha subito una significativa flessione, passando dai 21.542 iscritti dell’anno accademico 2019/2020 ai 17.020 del 2022/2023. 

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Un calo fortemente influenzato dalla pandemia, che ha causato un crollo degli iscritti nell’anno 2020/2021, con soli 10.971 partecipanti. Anche il monte ore complessivo di attività didattiche e di laboratorio si è ridotto, passando dalle 190.248 ore del triennio precedente alle 141.311 ore dell’ultimo triennio.

Nonostante questa contrazione, è cresciuta la partecipazione della fascia over 65, che rappresenta oggi il 61,49% degli associati, a fronte del 58% registrato nel triennio 2017/2020, evidenziando il progressivo invecchiamento della popolazione e il conseguente bisogno di percorsi educativi specifici. Tra le sedi con il maggior numero di iscritti si confermano l’Università delle Liberetà di Udine, l’Università della terza età “Paolo Naliato” di Udine e l’Università “Danilo Dobrina” di Trieste.

“L’attuazione della legge è stata accompagnata da momenti di confronto e partecipazione – ha riferito l’assessore -. L’Assemblea delle Università della terza e libera età si è svolta regolarmente ogni anno, rappresentando un’occasione importante per monitorare le attività e per avanzare proposte all’Amministrazione regionale. Nel 2022 è stato istituito anche un Tavolo ristretto di coordinamento, promosso dall’Ute ‘Paolo Naliato’ di Udine, con l’obiettivo di facilitare il dialogo tra i soggetti coinvolti e rappresentare in modo più efficace le esigenze delle Università presso la Regione”.

A livello normativo, nel luglio 2020 sono state introdotte alcune modifiche alla legge regionale che hanno ampliato le spese ammissibili, includendo tra queste anche i canoni di affitto, le quote degli interessi dei mutui per sedi, le dispense e l’acquisto di materiale librario. È stato inoltre formalmente introdotto il terzo intervento relativo alle spese di investimento. Più recentemente, nel 2024, il regolamento attuativo è stato aggiornato, aumentando dal 15% al 25% la quota ammissibile per le spese relative al personale dipendente e dal 10% al 15% quella per le spese generali. Sono state infine accolte le richieste delle Università di conteggiare come attività didattiche anche le ore svolte durante visite guidate o spettacoli culturali.

“La Regione conferma il proprio impegno nel valorizzare l’apprendimento non formale, sostenendo attivamente queste realtà educative fondamentali per promuovere benessere, partecipazione e inclusione sociale tra adulti e anziani. Le Università della terza e libera età rappresentano infatti un pilastro della cittadinanza attiva, consapevole e solidale, e sono parte integrante delle politiche regionali di lifelong learning”.

Un plauso generale per le attività è giunto dai consiglieri compresi gli esponenti di opposizione. 



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