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Banca d’Italia – Presentazione del rapporto annuale sul 2024 “L’economia della Sardegna”


Viene presentato oggi a Cagliari il rapporto annuale “L’economia della Sardegna”.

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Il quadro macroeconomico

Nel 2024 l’economia della Sardegna è cresciuta debolmente. In base all’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) della Banca d’Italia, il prodotto è aumentato dello 0,9 per cento a prezzi costanti, un valore in linea con il dato del Mezzogiorno e lievemente superiore a quello osservato per il complesso del Paese.

I consumi delle famiglie hanno continuato a crescere debolmente, nonostante la riduzione dell’inflazione e l’incremento del potere d’acquisto. Anche la dinamica degli investimenti è stata fiacca, in un quadro di riduzione del costo del credito ma di aumentata incertezza sull’evoluzione del contesto economico. La domanda dall’estero è tornata a salire leggermente, dopo che nel 2023 aveva contribuito negativamente alla dinamica aggregata. Ha continuato a incidere positivamente l’avanzamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Le imprese

Nel 2024 l’attività del settore produttivo ha mostrato andamenti eterogenei tra i comparti. Nell’industria in senso stretto il quadro congiunturale è rimasto debole, mostrando una contrazione della produzione e più diffusi segnali di diminuzione dei fatturati. Sull’evoluzione del comparto potrebbe influire negativamente l’imposizione dei dazi alle importazioni da parte del governo degli Stati Uniti, che penalizzerebbe in regione soprattutto l’alimentare e la raffinazione petrolifera. Il settore estrattivo, attività storicamente rilevante in Sardegna, potrebbe beneficiare della prossima riattivazione di alcuni siti minerari, in connessione con la necessità dell’Unione europea di ridurre l’approvvigionamento di materie prime critiche dal resto del mondo. L’attività nelle costruzioni ha rallentato: l’edilizia residenziale privata ha inciso negativamente sulla dinamica del settore, risentendo anche della rimodulazione degli incentivi fiscali di riqualificazione delle abitazioni, mentre ha continuato a essere positivo il contributo dei lavori pubblici, sostenuti dalle risorse messe a disposizione dal PNRR. Nei servizi si è osservata un’espansione dell’attività: la domanda turistica ha ripreso vigore rispetto all’anno prima, mentre la dinamica nel comparto del commercio ha risentito della debole crescita dei consumi delle famiglie.

Le condizioni economiche e finanziarie si sono mantenute nel complesso solide nel 2024, con indicazioni di utile o pareggio diffuse per larga parte delle imprese sarde e liquidità che si è attestata su livelli ancora elevati nel confronto storico. I prestiti al settore produttivo hanno continuato a ridursi, ma in misura meno intensa rispetto alla fine del 2023. Su ciò ha influito anche la stabilizzazione delle condizioni di offerta di credito da parte degli intermediari, in un contesto di allentamento della politica monetaria.

Il mercato del lavoro e le famiglie

Nel 2024 l’occupazione in regione è cresciuta più intensamente rispetto all’anno precedente, riflettendo soprattutto l’andamento della componente autonoma. Tra i contratti alle dipendenze, la domanda di lavoro ha interessato soprattutto quelli a tempo indeterminato. Le retribuzioni contrattuali, che costituiscono la base di quelle effettive, sono aumentate in Sardegna in misura meno pronunciata rispetto alla media del Paese, per la minore quota dei contratti i cui rinnovi hanno comportato adeguamenti più elevati. La partecipazione al mercato del lavoro ha continuato a incrementarsi, sospinta come nel 2023 dalla componente femminile, e si è ulteriormente ridotto il tasso di disoccupazione. In prospettiva, sull’evoluzione della domanda di lavoro da parte delle imprese potrebbe influire anche la crescente diffusione dell’intelligenza artificiale, che potrebbe da un lato portare alla sostituzione dei lavoratori, dall’altro coadiuvarli, incrementandone la produttività. Rispetto all’Italia, il mercato del lavoro regionale presenta una minore incidenza di lavoratori altamente esposti a questa tecnologia, soprattutto per quanto riguarda i rischi di sostituzione.

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L’espansione occupazionale, assieme all’aumento delle retribuzioni, si è riflessa in un aumento del reddito disponibile nominale delle famiglie sarde. Anche il potere d’acquisto è salito, beneficiando della riduzione dell’inflazione; i consumi hanno tuttavia continuato a crescere debolmente. Dopo il rallentamento osservato nel 2023, la dinamica dei prestiti alle famiglie si è rafforzata, per l’accelerazione sia dei mutui per l’acquisto di abitazioni sia del credito al consumo.

Il mercato del credito

Il credito al settore privato non finanziario è tornato a crescere lievemente, in connessione con la riduzione dei costi dei finanziamenti e una moderata ripresa della domanda di prestiti delle famiglie. Pur rimanendo elevata nel confronto storico, la qualità del credito è leggermente peggiorata: il tasso di deterioramento è aumentato, riflettendo l’incremento registrato per le imprese. L’incidenza dei crediti deteriorati si è ridotta marginalmente, a fronte di una sostanziale stabilità del tasso di copertura. I depositi bancari delle famiglie e delle imprese sarde sono aumentati, anche nella forma dei conti correnti, che l’anno precedente erano diminuiti. Il valore dei titoli a custodia presso le banche è cresciuto a un tasso ancora elevato, anche se più contenuto rispetto all’anno prima: i titoli di Stato hanno continuato a beneficiare del flusso di sottoscrizioni verso nuove emissioni; la ripresa delle quotazioni ha ancora sostenuto il valore dei fondi comuni di investimento.

La finanza pubblica locale

Nel 2024 la spesa pubblica degli enti territoriali sardi è aumentata, riflettendo sia quella corrente sia quella in conto capitale; quest’ultima ha continuato a beneficiare della progressiva attuazione del PNRR. Parte degli investimenti degli enti territoriali vengono indirizzati verso la realizzazione di opere volte a mitigare il rischio idrogeologico, che per la Sardegna è meno elevato nel confronto con la media italiana. Anche le entrate degli enti territoriali sono aumentate marcatamente, in particolare quelle dei Comuni; a livello pro capite, tuttavia, rimangono inferiori a quelle osservate nel complesso del Paese, sia per le condizioni socioeconomiche della regione sia per via di aliquote più contenute.

Crescita, produttività e innovazione

Nei sedici anni tra il 2007 e il 2023 l’economia della Sardegna si è mostrata debole, registrando un andamento peggiore rispetto alla media italiana. La struttura economica regionale si è caratterizzata – rispetto al resto del Paese – per una più netta trasformazione verso settori a basso contenuto tecnologico o di conoscenza, come i servizi turistici o alla persona. La produttività del lavoro, fattore cruciale per l’evoluzione dell’economia nel lungo periodo, si è complessivamente incrementata, ma i divari con il resto del Paese rimangono elevati, in particolare nel settore privato. Il potenziale di crescita della produttività, e in ultima analisi quello dell’intera economia, dipende da aspetti quali la capacità innovativa, la transizione digitale e la qualità del contesto istituzionale locale. Tutti questi fattori appaiono in Sardegna meno sviluppati rispetto al resto del Paese.



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