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cosa cambia nel 2025 tra obblighi, incentivi e nuove regole per investitori – StartUp Magazine


Le startup, pur essendo realtà giovani nel panorama imprenditoriale, non sono esentate dagli adempimenti fiscali tipici delle imprese più mature. Anzi, con l’entrata in vigore delle nuove normative 2025 – introdotte dalle leggi 193/2024 (Concorrenza) e 162/2024 (Startup) – si delinea un quadro fiscale più rigoroso, ma al tempo stesso più premiante per le realtà davvero innovative e in crescita.

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Obblighi fiscali: dichiarazione redditi e bilancio

Come tutte le imprese, anche le startup devono presentare ogni anno la dichiarazione dei redditi relativa all’esercizio precedente. Il tipo di modello da utilizzare – Redditi PF, SC o SP – dipende dalla forma giuridica adottata (es. Srl, Spa, Snc, ecc.). Alle società di capitali è inoltre richiesto il deposito del bilancio di esercizio, strumento fondamentale per fotografare la salute finanziaria dell’impresa, soprattutto in fase di raccolta capitali o accesso a finanziamenti pubblici.

Costi deducibili e detraibili

Le startup possono dedurre o detrarre alcune spese legate alla loro attività, come:

  • costi per personale e consulenze;
  • spese per beni strumentali (macchinari, hardware, software);
  • utenze, assicurazioni, affitti, contributi previdenziali.

Tuttavia, il regime forfettario esclude la possibilità di dedurre tali costi, compensandola con aliquote agevolate. Alcune spese, come quelle di rappresentanza o telefoniche, sono deducibili solo parzialmente.

Novità per gli investitori: incentivi potenziati

Una delle principali novità riguarda gli incentivi fiscali per chi investe in startup innovative:

  • Persone fisiche: detrazione al 65% (prima era 50%) per investimenti fino a 100.000 euro annui nei primi tre anni dalla costituzione, in regime “de minimis”.
  • Persone fisiche (ordinario): detrazione IRPEF al 30% fino a 1 milione di euro.
  • Società e fondi: deduzione IRES al 30% su investimenti fino a 1,8 milioni di euro.

È inoltre confermata per tutto il 2025 la detassazione delle plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni, a patto che l’investimento sia detenuto per almeno tre anni e il capitale guadagnato venga reinvestito in nuove startup o PMI innovative.

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Credito d’imposta e nuovi codici tributo

Nel caso in cui la detrazione ecceda l’imposta dovuta, l’investitore può accedere a un credito d’imposta compensabile. L’Agenzia delle Entrate ha istituito il codice tributo “7076” per le compensazioni tramite modello F24. Le detrazioni dovranno essere dichiarate nel quadro RP del modello Redditi PF, con nuove colonne dedicate (5A e 6A) per distinguere tra detrazione al 30% e quella al 65%.

Nuova definizione di startup innovativa

La riforma prevede anche una ridefinizione più selettiva dello status di “startup innovativa”:

  • deve essere una micro, piccola o media impresa;
  • non può svolgere attività prevalente di consulenza;
  • deve dimostrare un reale contenuto tecnologico o innovativo.

La permanenza nel registro speciale è limitata a 3 anni, estendibili fino a 5 o 9 solo se vengono raggiunte specifiche soglie di ricerca e sviluppo o crescita dei ricavi. Le imprese che non rispettano i nuovi requisiti potranno transitare nel registro delle PMI innovative, con un regime agevolativo più contenuto.

Incentivi anche per incubatori e acceleratori

Gli incubatori e acceleratori certificati che investono in startup innovative possono usufruire di un credito d’imposta pari all’8%, fino a un massimo di 500.000 euro annui, con obbligo di mantenere l’investimento per almeno tre anni.

Il 2025 rappresenta una svolta per chi opera nel mondo startup: maggiore selettività e benefici più consistenti, pensati per premiare le imprese ad alto contenuto innovativo e favorire la canalizzazione di capitali privati. Ma per godere appieno delle agevolazioni, sarà cruciale rispettare puntualmente i requisiti previsti e pianificare con attenzione ogni fase, avvalendosi del supporto di professionisti qualificati.



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