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Microsoft pianifica migliaia di licenziamenti. Ecco come l’intelligenza artificiale sta rimodellando il mercato del lavoro




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Ultim’ora news 19 giugno ore 20


Microsoft prevede di licenziare diverse migliaia di dipendenti entro poche settimane. È l’ultimo effetto domino degli investimenti nell’intelligenza artificiale, dove l’efficienza deriva dall’aumento delle capacità di AI o dalla necessità di compensare la spesa per la tecnologia.

La multinazionale statunitense taglierà migliaia di posti di lavoro nel reparto vendite e in altri team a partire da luglio, sebbene il numero non sia definitivo, ha riportato il Wall Street Journal. Microsoft non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento nella mattinata di oggi 19 giugno.

La società di Bill Gates prevede di investire 80 miliardi di dollari nell’attuale anno fiscale per costruire data center che addestrino modelli ed eseguano applicazioni di intelligenza artificiale. Gli ultimi tagli si aggiungono a una riduzione di circa 6 mila posti di lavoro a maggio, tra sviluppatori di prodotti e software. Microsoft aveva circa 228 mila dipendenti a tempo pieno alla fine di giugno dello scorso anno.

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Forza lavoro in crisi: l’AI è solo una scusa?

A gennaio, il presidente di Microsoft, Brad Smith, ha dichiarato che «l’intelligenza artificiale, come tutte le nuove tecnologie, sconvolgerà l’economia e sostituirà alcuni posti di lavoro», in un post sul blog in cui illustrava i suoi piani di investimento.

Certo, può essere difficile dire se l’intelligenza artificiale stia sostituendo i posti di lavoro o se le aziende stiano trovando una scusa comoda per ridurre la forza lavoro eccedente. Tuttavia, gli amministratori delegati sono sempre più propensi ad affermare che l’intelligenza artificiale sarà un fattore chiave per i tagli.

Il ceo di Amazon, Andrew Jassy, ha affermato in una nota che l’uso dell’intelligenza artificiale porterà a una forza lavoro aziendale più ridotta entro «i prossimi anni». Anche l’app per l’apprendimento delle lingue Duolingo ha esplicitamente indicato l’intelligenza artificiale come ragione, rispettivamente, per i tagli di posti di lavoro e per il ricorso a meno collaboratori a contratto negli ultimi mesi.

Disoccupazione di massa o nuove professionalità?

La sostituzione completa dei lavoratori con l’AI potrebbe essere ancora un’impresa ardua, nonostante il crescente utilizzo di «agenti», ovvero AI in grado di agire autonomamente per conto di un utente.

Klarna, azienda che offre soluzioni «compra ora e paga dopo», ha fatto notizia a livello globale quando ha annunciato lo scorso anno che l’AI stava svolgendo il lavoro di 700 addetti al servizio clienti e che aveva interrotto le assunzioni. Tuttavia, l’amministratore delegato di Klarna, Sebastian Siemiatkowski, ha successivamente affermato in un’intervista a Bloomberg che l’eccessiva dipendenza dall’AI aveva influito sulla qualità del servizio clienti e che avrebbe garantito agli utenti la possibilità di parlare con un essere umano.

Questo potrebbe invece indicare un futuro di disoccupazione, in cui i lavoratori se ne vanno e non vengono sostituiti, mentre i dirigenti valutano se possano essere almeno parzialmente rimpiazzati dall’AI.

Ci sono prove che ciò stia già accadendo. Nel 2024, le assunzioni di personale entry-level nel settore tecnologico da parte delle grandi aziende tecnologiche statunitensi sono diminuite di circa il 14% rispetto al 2023, secondo una ricerca della società di venture capital SignalFire. Secondo SignalFire, le assunzioni di neolaureati nelle grandi aziende tecnologiche sono diminuite di oltre il 50% dal 2019.

Siamo ancora agli inizi della rivoluzione dell’intelligenza artificiale. La storia della tecnologia dimostra che le innovazioni dirompenti portano alla creazione di nuovi e diversi tipi di lavoro, anziché alla disoccupazione di massa. Tuttavia, l’adattamento potrebbe rivelarsi doloroso nel breve termine. (riproduzione riservata)

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(Translated from the original version by Milano Finanza Editorial Staff)

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