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Conviene vendere crediti di carbonio? I guadagni del carbon farming


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Agricoltura rigenerativa e carbon farming si stanno diffondendo finalmente anche in Italia. Si tratta di modelli pensati per affrontare il cambiamento climatico trasformando i campi coltivati in “banche di carbonio” capaci di assrbire e trattenere la CO₂ con pratiche agricole sostenibili. La transizione però non è solo una questione ambientale, ma anche un’opportunità di investimento (e guadagno) tanto per il settore pubblico che per i privati. Alimenta infatti il mercato di crediti di carbonio.

Cos’è l’agricoltura rigenerativa

A differenza dell’agricoltura intensiva, l’agricoltura rigenerativa mira a migliorare la qualità del suolo sul lungo periodo.

Tra le tecniche più diffuse e tornate in voga negli ultimi anni, nonostante la lunga tradizione, ci sono:

  • le colture di copertura (cover crops);
  • la rotazione delle colture;
  • l’agricoltura conservativa, che prevede ad esempio di non arare il suolo;
  • il compostaggio e l’incremento della sostanza organica.

Tutte aumentano la fertilità, migliorano la capacità di assorbimento dell’acqua (cosa importantissima per prevenire frane e alluvioni) e favoriscono la cattura del carbonio nel terreno, promuovendone tra l’altro la biodiversità.

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Carbon farming e cattura del carbonio

La strategia Farm to Fork della Commissione Europea e il Green Deal puntano a promuovere pratiche agricole rigenerative, sostenendo gli agricoltori con fondi della Politica Agricola Comune (Pac) e incoraggiando la certificazione delle pratiche di cattura del carbonio.

Il carbon farming è l’insieme di pratiche agricole che favoriscono l’assorbimento della CO₂ atmosferica da parte del suolo. Il carbonio stoccato sotto forma di sostanza organica può restare nel terreno per decenni.

In Italia, dove oltre il 40% del territorio è agricolo, la diffusione di questo approccio potrebbe essere indispensabile per rendere il settore primario più sostenibile. Soprattutto nelle aree colpite da siccità e degrado del suolo.

Come funzionano i crediti di carbonio

Uno degli aspetti più promettenti per gli agricoltori è la possibilità di monetizzare il carbonio sequestrato vendendo crediti di carbonio a imprese e soggetti che vogliono compensare le proprie emissioni.

Nel decreto Pnrr 2023, è stato approvato un emendamento per istituire un registro nazionale dei crediti di carbonio agricoli, aprendo la strada a un mercato regolato e trasparente (obiettivo che potrebbe essere raggiunto tra diversi anni).

In pratica ogni volta che un’azienda agricola rimuove una tonnella di CO₂ dell’atmosfera, raggiunge un credito, che deve essere misurato e certificato secondo gli standard riconosciuti. Il credito di carbonio può essere venduto a soggetti pubblici e privati che vogliono compensare le proprie emissioni.

Le aziende possono infatti acquistare i crediti per bilanciare le emissioni che non riescono a eliminare con i propri mezzi. Si tratta in pratica di “permessi” per emettere una tonnellata di CO₂.

Quanto vale un credito di carbonio

Nel mercato regolamentato europeo (Eu Ets), un credito di carbonio vale tra i 70 e gli 80 euro. In Italia ci si muove principalmente però nel mercato volontario, dove i prezzi sono più variabili.

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Qui il valore medio di un credito di carbonio agricolo oscilla oggi tra i 20 e i 50 euro per tonnellata di CO₂. Il prezzo dipende dalla qualità del progetto, dalla sua certificazione e dall’interesse degli acquirenti (aziende private, investitori Esg, enti pubblici).

I progetti agricoli di qualità particolarmente alta certificati da standard internazionali (che garantiscono l’effettivo assorbimento e la durata del carbonio stoccato) possono superare anche i 70 o gli 80 euro per tonnellata, avvicinandosi ai valori del mercato regolato.

Come si vendono i crediti

Per accedere a questo mercato, l’agricoltore deve:

  • adottare pratiche certificate di carbon farming e agricoltura rigenerativa;
  • quantificare la CO₂ effettivamente assorbita o evitata con strumenti tecnici validati;
  • ottenere la certificazione da un ente riconosciuto (come Csqa, Bioagricert, Pefc) che garantisce la validità e la tracciabilità del credito;
  • registrare il credito su una piattaforma (come eCO₂care) o un registro pubblico;
  • vendere il credito a soggetti interessati.

L’agricoltore smette così di essere solo un produttore di cibo e diventa un fornitore di servizi green, contribuendo attivamente alla lotta al cambiamento climatico e guadagnando.

Carbon Farming: Come Funziona
🌍 Cos’è il carbon farming Pratiche agricole che favoriscono lo stoccaggio della CO₂ atmosferica nel suolo
📊 Obiettivi Ridurre le emissioni
Migliorare la qualità del suolo
Creare un mercato di crediti
💶 Crediti di carbonio Ogni tonnellata di CO₂ assorbita genera 1 credito
📈 Valore di mercato 20-50 euro nel mercato volontario
fino a 70-80 euro per progetti certificati di alta qualità
🧾 Come ottenere i crediti Adottare pratiche certificate
Misurare la CO₂ assorbita
Certificare il progetto
Registrare i crediti
Vendere attraverso piattaforme o registri
📜 Normativa italiana Arriverà un registro nazionale dei crediti agricoli
🌿 Opportunità per gli agricoltori Nuove fonti di reddito con i servizi ambientali oltre alla produzione agricola





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