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Agricoltura e food sustainability: pratiche sostenibili per azzerare gli sprechi


Nell’ambito dell’agricoltura italiana, l’innovazione sostenibile e le pratiche circolari stanno diventando sempre più importanti per rispondere alle sfide ambientali a quelle imposte dal mercato e alla ricerca di un nuovo rapporto tra agricoltura e food sustainability. Lo sviluppo del settore primario non solo è chiamato a garantire la sicurezza alimentare, ma anche a operare in maniera responsabile verso l’ambiente. La filiera corta, i modelli di distribuzione sostenibili e l’impatto del packaging alimentare sulla sostenibilità sono aspetti che assumono un ruolo cruciale nella ridefinizione delle pratiche agricole.

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Una occasione per fare il punto sul ruolo dell’innovazione e sugli scenari che legano agricoltura e food sustainability è offerta dalla ricerca dell’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano, presentata in occasione del convegno dal titolo: “Sostenibilità al plurale: strategie e relazioni per la filiera agroalimentare in trasformazione”.

In questo contesto temi come la misurazione della sostenibilità diventano essenziale per valutare l’efficacia delle strategie adottate lungo tutta la filiera agroalimentare. Così come le collaborazioni e i modelli multi-dimensionali sono sempre di più strumenti indispensabili per una trasformazione in grado di garantire maggiore efficienza nel settore e rispetto nello stesso tempo per il pianeta.

Agricoltura e food sustainability: lo scenario

Il settore agricolo italiano si trova in questo periodo al centro di una trasformazione profonda con obiettivi che vanno dal miglioramento del reddito degli agricoltori a un adattamento climatico in rapida evoluzione, passando per la necessità di rispondere a una domanda alimentare in aumento con la necessità di implementare pratiche agricole più sostenibili. Tutti questi temi delineano un panorama in cui l’innovazione e la collaborazione diventano delle necessità impellenti che possono trasformarsi in opportunità grazie al ruolo e agli sviluppi offerti dall’innovazione.

Chiara Corbo, Direttrice dell’Osservatorio Food Sustainability ha sintetizzati i fattori che stanno alla base di questa trasformazione sottolineando come “Il passaggio da una visione fortemente ambientale della sostenibilità a un approccio più multi-dimensionale, in grado di considerare adeguatamente gli aspetti economici e sociali, non è affatto scontato. La maggior parte degli schemi e delle valutazioni di sostenibilità nel settore agroalimentare tendono infatti a concentrarsi in particolare sugli aspetti ambientali, tralasciando fattori altrettanto cruciali che possono minare la sopravvivenza stessa del settore. Non può esserci vera sostenibilità se non si preservano, oltre all’ambiente, la competitività, la redditività e l’attrattività dell’agricoltura”.

L’adozione di pratiche circolari per creare un nuovo rapporto tra agricoltura e food sustainability

Le pratiche circolari stanno riscrivendo le regole dell’agricoltura, introducendo un ciclo virtuoso di utilizzo e riutilizzo delle risorse che non solo preserva il capitale naturale, ma ne valorizza ogni aspetto.

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In Italia, l’integrazione di tali pratiche vede un crescente numero di aziende agricole impegnate nella conversione degli scarti in risorse: biomasse che diventano compost o energia rinnovabile, acqua riciclata per l’irrigazione, e scarti della produzione trasformati in nuovi prodotti alimentari. Questa transizione non solo contribuisce alla sostenibilità ambientale ma apre anche nuove nicchie di mercato e fonti di reddito per gli agricoltori.

Agricoltura rigenerativa e pratiche per la tutela della biodiversità

I dati della ricerca dell’Osservatorio disegnano uno scenario nel quale gli elementi di circolarità stanno mettendo radici sotto diversi aspetto. Le pratiche di agricoltura rigenerativa sono presenti nel 45% delle aziende analizzate che ha scelto di adottare strategie di agricoltura integrata, mentre nel 38% dei casi sono state adottate pratiche di agricoltura conservativa. Appare interessante sottolineare come nel 20% dei casi ci siano obiettivi specifici di contro la perdita di biodiversità e il 16% realizza attività dirette al mantenimento degli ecosistemi.

Filiera corta e modelli di distribuzione sostenibili

La filiera corta emerge come risposta efficace alla domanda crescente di trasparenza e qualità nel sistema agroalimentare. Attraverso una minore distanza fisica e informativa tra produttore e consumatore, questi modelli promuovono un’economia più locale e meno impattante. Nonostante le sfide legate alla scala e all’efficienza logistica, la filiera corta offre vantaggi significativi in termini di freschezza del prodotto e supporto alle economie locali, incentivando un legame diretto tra chi produce il cibo e chi lo consuma, arricchendo così il tessuto socio-economico delle comunità rurali.

I modelli GAS e GDO

L’indagine relativa ai consumatori dei GAS Gruppi di Acquisto Solidale e quelli della GDO Grande Distribuzione Organizzata permette di evidenziare come i primi attribuiscano una speciale importanza a valori etici e di sostenibilità, e alla necessità di mantenere rapporti diretti con i produttori. I consumatori che privilegiano gli aspetti legati alla facilità di acquisto appare più soddisfatto degli acquisti nella GDO. Colorro che reputano come più importanti i fattori della stagionalità e della qualità degli alimenti guarda con maggior favore ai GAS.

Federico Caniato, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Food Sustainability ha osservato come “Entrambi i modelli presentino margini di miglioramento, e l’uno potrebbe imparare dall’altro. Sia i partecipanti ai GAS sia i clienti della GDO hanno esigenze in termini di sostenibilità e convenienza, seppure con livelli di priorità differenti. Di conseguenza, i GAS potrebbero trarre vantaggio dal miglioramento della convenienza e della praticità per attrarre più partecipanti ed aumentarne la soddisfazione, mentre la GDO potrebbe evolversi integrando in modo più autentico e visibile le istanze di sostenibilità ambientale ed etica, rispondendo così alle aspettative di una fetta crescente di consumatori sensibili a questi temi”.

Agricoltura e food sustainability in relazione alle normative e agli strumenti di gestione

Uno dei vantaggi delle filiere riguarda la possibilità di mettere a disposizione dei cittadini e dei consumatori una supply chain più trasparente nella quale si possono ridurre anche le asimmetrie informative. Se poi si pensa agli effetti di normative come la CSRD Corporate Sustainability Reporting Directive ecco che appare evidente come la misurazione delle performance di sostenibilità lungo le filere sia sempre più importante e complesso. Si dvee considerare, come si legge nel repoprt dell’Osservatorio Food Sustainability che ci sono 87 metodologie e strumenti disponibili. I framework di indicatori (46) sono i più diffusi, a cui si aggiungono i metodi multi-criterio (18), e gli indici di sostenibilità che combinano diversi indicatori in un unico punteggio per restituire una visione più sintetica (9). Da sottolineare la presenza di metodi basati sul LCA Life-Cycle Assessment e software o tool pratici pensati per tematiche specifiche.

La gestione delle eccedenze e il suo impatto sul rapporto tra agricoltura e food sustainability

Le eccedenze, residui e scarti della produzione agricola, e la loro gestione rappresentano un altro fattore chiave del rapporto tra agricoltura e food sustainability. In questo ambito le imprese agricole non hanno adottato modelli per la misurazione dei flussi, tuttavia si sono diffuse pratiche che richiamano modelli di economia circolare per permettere alle eccedenze di arrivare a chi ne ha bisogno o comunque non perdere parte del proprio valore. Nel 17,5% dei casi le aziende effettuano donazioni, nel 15,3% si occupano di forme di vendita diretta e nell’11,7% le eccedenze entrano in un circuito di ritrasformazione.

Il ruolo del packaging alimentare nella sostenibilità

Il packaging gioca un ruolo ambivalente nella sostenibilità del settore alimentare in particolare nella prospettiva del packaging circolare. Se da un lato è essenziale per la conservazione e la sicurezza degli alimenti, dall’altro rappresenta una fonte significativa di rifiuti. L’introduzione di materiali biodegradabili o riciclati, unitamente a design innovativi che minimizzano l’utilizzo di plastica, sta guidando il settore verso soluzioni più sostenibili. Tuttavia, la sfida rimane quella di bilanciare protezione del prodotto e impatti ambientali, una dicotomia al centro delle strategie di sviluppo sostenibile delle aziende agroalimentari.

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Il ruolo chiave dell’LCA

La metodologia di analisi del ciclo di vita (LCA) permette di confrontare soluzioni diverse ed è alla base di un miglioramento continuo. CONAI lo promuove con EcoD Tool, anche a supporto di forme di eco-design. L’applicazione dell’LCA richiede la disponibilità di Product Category Rules per garantire che le valutazioni siano comparabili e coerenti.

La metodologia Social Life Cycle Assessment

I segnali che arrivano dalle aziende mostrano che è necessario integrare i database e disporre di linee guida condivise per poter integrare nella valutazione gli aspetti comportamentali e sistemici. Per arrivare poi a integrare anche la sostenibilità sociale la metodologia Social Life Cycle Assessment permette di identificare e attuare forme di gestione del rischio a livello sociale come le condizioni di lavoro e l’impatto sulle comunità locali.

Barbara Del Curto, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Food Sustainability ha a sua volta precisato come “Parlare di packaging sostenibile significhi capire come ogni scelta progettuale si traduca in impatti concreti nel contesto reale del consumo. Per questo servono strumenti solidi, dati affidabili, collaborazione tra attori e una visione integrata che tenga insieme ambiente, economia e società. In questa direzione vanno anche le politiche europee: il Green Deal e il nuovo Packaging and Packaging Waste Regulation chiedono di ripensare l’imballaggio in chiave circolare, tracciabile e sostenibile, conciliando tutela ambientale, riduzione degli sprechi e qualità del prodotto”.

Misurazione della sostenibilità lungo la filiera agroalimentare

La misurazione della sostenibilità e il sustainability assessmente rappresenta uno degli aspetti più complessi nel processo di trasformazione verso un’agricoltura sostenibile. Con decine di metodologie disponibili, selezionare gli strumenti più adatti per valutare l’impatto ambientale, sociale ed economico diventa determinante. Queste metriche permettono alle aziende non solo di monitorare i propri progressi verso obiettivi sostenibili ma anche di comunicarli efficacemente a stakeholder e consumatori, consolidando così fiducia e trasparenza nel mercato e contribuire alla creazione di una produzione sostenibile e di un’economia sostenibile.

L’importanza delle collaborazioni e dei modelli multi-dimensionali

In un settore tanto variegato quanto quello agroalimentare, le sinergie tra diversi attori possono accelerare significativamente il percorso verso la sostenibilità. Collaborazioni tra istituzioni accademiche, imprese agricole, industrie alimentari e entità governative permettono lo scambio di conoscenze e pratiche sostenibili. Inoltre, l’adozione di un approccio multi-dimensionale che integri considerazioni ambientali con quelle economiche e sociali è fondamentale per costruire sistemi agroalimentari resilienti ed equitativi e per dare vita a delle forme di corporate governance e accountability in grado di rendicontare in modo preciso gli impegni trasformativi verso la sostenibilità.

Integrazione di pratiche circolari, modelli di distribuzione corti e sostenibili e ruolo del packaging

Nella complessa realtà del settore agricolo italiano, gli approcci innovativi e sostenibili delineano non solo una necessità, ma anche una significativa opportunità di crescita. L’integrazione di pratiche circolari, l’adozione di modelli di distribuzione più corti e sostenibili, e un attento esame del ruolo del packaging nel processo agroalimentare sono passaggi chiave per un futuro più verde. Inoltre, la misurazione accurata della sostenibilità lungo l’intera filiera emerge come elemento chiave per garantire trasparenza e affidabilità nei confronti dei consumatori e delle altre parti interessate.

Le collaborazioni strategiche e i modelli multidimensionali giocano un ruolo fondamentale in questo contesto, poiché permettono di condividere conoscenze, risorse ed esperienze in maniere più efficace ed efficiente.

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