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Rivoluzione delle Cer: imprese e famiglie in rete per produrre energia


Spesso è necessario partire dall’abc per capire quali sono le prospettive e i confini di un’idea. Chi meglio dei giovanissimi, allora, per spiegare con «parole semplici» che cosa sono le Cer? All’incontro del GdB dedicato alle Comunità energetiche rinnovabili, svoltosi al Garda Forum della Bcc a Montichiari, sono stati proprio due studenti, Simone Andreoli e Lorenzo Scalvinoni dell’Iiss Olivelli Putelli di Darfo Boario Terme, ad illustrare i dettagli di una «rivoluzione copernicana».

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«Le Cer – ha detto Nunzia Vallini direttrice del Giornale di Brescia, che ha avviato un percorso ad hoc (ieri la seconda tappa) – mettono insieme famiglie, imprese, enti, associazioni, parrocchie e realizzano un modello di autoconsumo e autoproduzione da fonti rinnovabili. L’obiettivo, ora, è fare rete: il vicino non è qui un concorrente, ma un alleato; non ci chiediamo quanto costa, ma a chi può giovare».

Gli interventi

Simone e Lorenzo hanno partecipato al «progetto Voce» promosso da Fedabo nell’ambito dei Pcto. «Per brillare domani» è il loro pay-off, poiché «grazie alle Cer si può guardare ad un futuro più pulito, verde ed anche potendo risparmiare». I benefici, rilevano gli studenti, sono di natura ambientale, economica (condivisione dell’energia e contributo Pnrr, 40% a fondo perduto), tecnologici (stimolo alla diffusione della tecnologia di generazione da fonti rinnovabili e all’elettrificazione dei consumi) ed anche sociali. Per il funzionamento, si considera la catena tra produttore, che vende energia immessa in rete e, oltre ai normali ricavi, riceve la quota incentivo. 

Consumatore, che gestisce la propria fornitura e paga l’energia prelevata (e pure riceve quota incentivo) e la Cer stessa, che riceve per 20 anni l’incentivo in base all’energia condivisa e lo ripartisce (nel limite del 55% dell’incentivo potenziale alle aziende). Franco Tamburini, presidente Bcc Garda, indica gli aspetti per cui le aziende dovrebbero aderire alle Cer: oltre al circuito mutualistico e virtuoso, la riduzione dei costi energetici per recuperare competitività, quindi – dal punto di vista della Banca, storicamente vicina a imprese e famiglie – «la possibilità di essere partner nello sviluppo dei nuovi insediamenti».

Sul palco la direttrice del GdB Nunzia Vallini con Togni, Tamburini e Bettoni – Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it

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«Una grande sfida – sottolinea Francesco Bettoni consigliere Fondazione Iniziative Zooprofilattiche –, soprattutto per la collaborazione fra enti pubblici e privati». Anche Montichiari sta per accogliere una Cer nascente: «Siamo a livello embrionale – riferisce il sindaco Marco Togni –. Abbiamo molti edifici energivori, come il municipio che consuma 500.000 kWh all’anno. Il problema della autosufficienza è primario e le Cer sono una delle possibili risposte».

Le storie bresciane

Via quindi alle case histories, con moderatore il giornalista Roberto Ragazzi: le Cer di Torbole Casaglia, di Alto Garda Bresciano, di Valle Camonica e la produzione d’eccellenza di Torri Solare nel settore. Vi è anche il tema della finanziabilità delle Cer, cui risponde Claudio Bernardoni del gruppo Bcc Iccrea: «Puntiamo essenzialmente su due prodotti, l’anticipazione dei fondi Pnrr o da enti locali e il finanziamento della messa a terra degli impianti».

Quanto alla forma giuridica, «è privilegiata – spiega l’avvocato Alfonso Tuttolomondo – l’associazione, per semplicità di costituzione e assenza di un capitale minimo». L’Università Cattolica ha avviato con la fondazione rappresentata da Bettoni uno specifico corso per Manager delle Cer: «Tre sono le competenze richieste – osserva il professore Edoardo Fornari, direttore di Smea –: innovazione, multi o interdisciplinarietà e coordinamento». Concludendo sullo stato dell’arte giuridico-normativo, è atteso il decreto (presumibilmente al vaglio della Corte dei conti) del ministro Pichetto Fratin, che dovrà estendere gli incentivi ai Comuni fino a 50.000 abitanti.



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