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Guardia di Finanza di Cernusco: frode sui bonus edilizi. Sequestro preventivo di beni a 2 imprese per 4 milioni


I Finanzieri della Compagnia di Cernusco Lombardone hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di beni, per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro, nei confronti di due società, con sede nella provincia lecchese, operanti nel settore edile, nonché del loro amministratore, quale profitto dei reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e autoriciclaggio.

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Il provvedimento – emesso dal G.I.P. del Tribunale di Lecco, su richiesta della locale Procura della Repubblica – trae origine da due verifiche fiscali eseguite nei confronti delle predette società, entrambe amministrate dallo stesso rappresentante legale, e delle correlate indagini di polizia giudiziaria, che hanno consentito di delineare l’esistenza di un “circuito fraudolento” funzionale alla creazione, circolazione, monetizzazione e/o utilizzo in compensazione di crediti d’imposta inesistenti in materia edilizia ed energetica.

In particolare, il predetto imprenditore avrebbe fatturato, nell’ambito di un fittizio contratto di appalto tra le due società amministrate, lavori mai eseguiti di rifacimento della facciata di un immobile ubicato nella provincia di Lecco, consentendo allo stesso di beneficiare indebitamente, mediante lo sconto in fattura, del relativo credito d’imposta (c.d. “bonus facciate”), pari al 90% dell’imponibile, successivamente trasferito ed utilizzato da altra azienda di proprietà per pagare in compensazione le relative imposte. 

Il soggetto avrebbe altresì indicato, nelle dichiarazioni fiscali relative agli anni d’imposta 2021-2022, costi inesistenti derivanti da fatture emesse da due società rumene e relative al distacco di lavoratori in Italia, mai realmente avvenuto; rilasciato fatture nei confronti di tre condomini della provincia lecchese per interventi di adeguamento antisismico e di riqualificazione energetica, che danno diritto alla detrazione d’imposta del c.d. “Superbonus 110%”, presentando il primo stato di avanzamento lavori – pari almeno al 30% – e le necessarie asseverazioni all’ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), riportanti attestazioni non veritiere sulla congruità delle spese e sulla realizzazione degli interventi agevolati, senza che gli stessi fossero in tutto o in parte realizzati, procedendo, di converso, al prelievo dai cassetti fiscali dei committenti dei relativi crediti fiscali. In tale contesto, in due casi, i crediti indebitamente maturati sono stati ceduti ad altre società.

Gli elementi rilevati dalle Fiamme Gialle cernuschesi hanno consentito alla Procura della Repubblica di Lecco di avanzare una richiesta di sequestro di beni per equivalente, al fine di inibire il consolidamento del vantaggio economico derivante dalla presunta evasione/truffa.

Il G.I.P., aderendo alla predetta richiesta, ha quindi emesso il decreto di sequestro preventivo dei beni nella disponibilità delle società coinvolte e, in subordine, del suo amministratore.

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In esecuzione del provvedimento sono state, pertanto, sottoposte a sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, disponibilità finanziarie, beni immobili e crediti d’imposta ancora presenti nel cassetto fiscale delle società coinvolte, evitando così che potessero essere monetizzati.

Gli esiti dell’attività d’indagine costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante presidio economico-finanziario esercitato dalla Guardia di Finanza, in stretta sinergia con la Procura della Repubblica di Lecco, per la repressione del grave fenomeno dell’evasione fiscale a tutela dei cittadini e dei contribuenti rispettosi delle regole, nonché a contrasto delle frodi in materia di crediti d’imposta, al fine di garantire la corretta destinazione delle ingenti risorse pubbliche stanziate per sostenere le famiglie e le imprese.

Si rappresenta, infine, per il principio della presunzione di innocenza, che la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagini sarà definitivamente accertata solo qualora intervenga una sentenza irrevocabile di condanna.



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