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“La gara TPL sia discussa in Assemblea”


Il futuro del trasporto pubblico locale in Umbria si conferma al centro del confronto tra Regione e organizzazioni dei lavoratori. Con una lettera inviata il 24 giugno alla Presidente, Stefania Proietti, alla Giunta regionale e all’Assemblea legislativa, le segreterie regionali di Filt Cgil e Faisa Cisal hanno chiesto che la gara per l’affidamento del Trasporto pubblico locale non sia gestita unicamente dalla Giunta, ma venga sottoposta a una discussione pubblica e trasparente in Consiglio regionale.

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“La gestione del TPL rappresenta un tema di rilevanza strategica per l’intera regione, coinvolgendo lavoro, mobilità, economia e sviluppo territoriale. Per questo chiediamo un voto palese da parte dei consiglieri, nel rispetto del mandato ricevuto dai cittadini”, si legge nella comunicazione firmata dai segretari Ciro Zeno e Cristian Di Girolamo.

Gara a quattro lotti, nodo critico per lavoratori e territorio

La principale preoccupazione delle sigle riguarda la conferma, da parte della Giunta regionale, della modalità di gara suddivisa in quattro lotti, già prevista nella precedente legislatura. Una scelta che, secondo i sindacati, rischia di compromettere l’equilibrio del settore.

“Abbiamo sempre contestato questo modello – dichiarano Zeno e Di Girolamo – perché comporta frammentazione, esuberi, discontinuità lavorativa e tagli nei servizi, specialmente nelle aree periferiche. Una scelta che ricalca quella della giunta Tesei, nonostante le promesse di cambiamento”.

“Non c’è stata una reale inversione di rotta. La Regione continua ad ascoltare solo advisor e tecnici già coinvolti nella precedente impostazione, senza chiedere valutazioni autonome o esterne”, aggiungono i due dirigenti sindacali, che ricordano come il dialogo sia stato ostacolato per anni: “Siamo stati esclusi dai tavoli per tre anni. Solo negli ultimi mesi, con la nuova amministrazione, siamo rientrati, ottenendo piccoli risultati, ma le criticità di fondo restano”.

Ipotesi gestore unico, Bandecchi: “Apertura dalla Regione”

In parallelo, una novità rilevante è arrivata dalla posizione del sindaco di Terni e presidente della Provincia, Stefano Bandecchi, che ha annunciato di aver seppellito l’ascia di guerra con la Regione, dopo aver ricevuto rassicurazioni sul fatto che sarà tecnicamente possibile la partecipazione di un singolo operatore a tutti e quattro i lotti della gara.

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“Se un operatore solido parteciperà a tutti i lotti, potremo arrivare di fatto a una gestione unica, con vantaggi in termini di efficienza e semplificazione”, ha dichiarato Bandecchi. Un’apertura che potrebbe rappresentare una svolta, pur nel quadro di una gara formalmente divisa.

Clausola sociale e garanzie contrattuali: richieste ancora inevase

Altro tema centrale resta quello della clausola sociale. “Non conosciamo i contenuti della clausola, né ci sono stati presentati documenti ufficiali. Abbiamo chiesto chiarimenti più volte, senza ricevere risposte concrete”, spiegano Filt Cgil e Faisa Cisal, che denunciano l’assenza di tutele certe per il personale.

“L’unico impegno ottenuto riguarda il secondo livello contrattuale esteso anche ai futuri assunti, ma mancano garanzie più ampie e strutturate”, aggiungono i segretari, che ribadiscono la propria contrarietà alla gara a quattro lotti: “Una gara unica sarebbe stata possibile e legale, come anche la Regione ha riconosciuto, ma si è deciso di non percorrere quella strada”.

Dichiarato lo stato di agitazione del settore Tpl in Umbria

Alla luce di queste criticità, le due organizzazioni hanno annunciato, lo scorso 18 giugno, lo stato di agitazione del settore del trasporto pubblico locale in Umbria e l’avvio delle procedure di raffreddamento. Una decisione motivata dall’assenza di risposte soddisfacenti sul piano tecnico e sindacale, ma anche dalla mancata apertura di un confronto reale sul modello di gara.

“I lavoratori e i cittadini umbri hanno già ricevuto promesse non mantenute. Ora la Regione ha l’opportunità di correggere la rotta e riportare la discussione nella sede che le compete: l’Aula del Consiglio regionale”, concludono Zeno e Di Girolamo.

La richiesta è chiara: sospendere la procedura avviata con la delibera dell’11 giugno e riaprire un dibattito pubblico, dove le scelte vengano assunte con responsabilità politica e trasparenza istituzionale.

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