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Saldo e stralcio

 

Salerno, non si vive di soli Spritz


di Alessandro Turchi, presidente Salerno Migliore

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Il futuro non è più una promessa, affermava Umberto Galimberti e, vorremmo aggiungere, ancora meno a Salerno. Del resto la nostra città sta invecchiando e lascia sempre meno spazio ai giovani, infatti se le statistiche ci descrivono una Campania che continua ad essere la regione più giovane d’Italia, con un’età media di 44,2 anni, Salerno sta invecchiando sempre più, con il 42.7% dei residenti che ha oltre 55 anni. I nostri ragazzi vivono in un limbo protetto da genitori abbarbicati alle obsolete sicurezze della loro generazione, in una società impazzita e complessa, con variabili poco individuabili e gestibili, e sentono sulla propria pelle i temi della scomparsa del welfare state, dell’assenza delle tutele sindacali e il grande tema del lavoro, insufficiente e precario. I nostri giovani guardano annichiliti, osservano e vivono ciò che avviene attorno a loro, ascoltano distrattamente i genitori, si interfacciano con social immaginifici, studiano, quando lo fanno, per un riflesso condizionato e vivono, spesso, con un senso di angoscia appena mitigato dalla giovane età e da quel poco di spensieratezza che comunque essa porta con sé. Il mondo cambia, tutto si modifica, si altera e nel giro di pochi anni ciò che oggi sembra certezza non lo è più, in una società complessa e spesso irriconoscibile che ci accompagna nostro malgrado, mentre non sappiamo comprendere l’oggi e neanche prevedere il domani e mentre siamo sempre più appiccicati, come ventose, alla micro vita di tutti i giorni, incapaci di intravedere una prospettiva chiara all’orizzonte. La politica cittadina si disinteressa completamente dei ragazzi e delle ragazze della nostra città, offrendo soltanto movida e spritz, e loro se ne vanno, in quarantamila negli ultimi dieci anni. Chi non ha un figlio o una figlia che studia o lavora in altre città, spesso del nord? Anche in questo caso c’è una sorta di rassegnazione e nessuno, dall’amministrazione comunale al semplice cittadino, sembra preoccuparsi più di tanto di questa fuga dalla città delle nuove generazioni. Bisognerebbe offrire loro una combinazione di opportunità educative, culturali, ricreative e di supporto all’imprenditoria giovanile, con programmi di formazione professionale, spazi per attività artistiche e sportive, con eventi culturali dedicati, incentivi per l’avvio di nuove imprese e servizi di consulenza. Bisognerebbe investire sui nostri ragazzi e ragazze, implementando anche luoghi di aggregazione e socializzazione pensati proprio per loro. E poi la formazione, con borse di studio e finanziamenti per progetti di ricerca e sviluppo, con l’organizzazione di corsi di formazione professionale indirizzati al mercato del lavoro salernitano, con particolare attenzione alle professioni emergenti e al turismo. Sarebbe auspicabile anche la promozione di scambi culturali e soggiorni studio all’estero per favorire l’apprendimento di nuove lingue e culture. E poi basta con le “luci d’artista”, da cui i ragazzi e le ragazze si sentono lontani, si dovrebbe semmai investire su un turismo di qualità, organizzando concerti, festival, mostre, spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche dedicate ai nostri figli e nipoti, si dovrebbero creare centri giovanili, con spazi per l’espressione artistica come graffiti wall, o laboratori di musica e teatro, aree attrezzate per lo sport (a Salerno inesistenti), centri di aggregazione giovanile con sale studio, aree relax e spazi per attività ricreative. E infine, come accennato, incentivi per l’imprenditoria giovanile, con agevolazioni fiscali, consulenza gratuita per la redazione di business plan, spazi di coworking e incubatori di impresa, per favorire la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali, con agevolazioni per l’affitto di case, servizi di orientamento al lavoro, consulenza legale e finanziaria. Una Salerno a misura dei giovani potrebbe offrire opportunità lavorative, una città capace di dare attenzione alle tematiche ambientali, con servizi efficienti, spazi di partecipazione democratica e con una vivace scena culturale ed artistica. Tutto questo non c’è, viviamo in un deserto, c’è disinteresse nei confronti del mondo giovanile, non si investe sul loro futuro, non si offrono opportunità di crescita, di formazione, di lavoro e di svago. Noi cittadini salernitani siamo, come spesso, muti spettatori, e assistiamo impotenti ad una inesorabile fuga dalla città dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, che cercano migliori condizioni di vita e maggiori prospettive. Quando cominceremo a non accontentarci più di ciò che “offre il convento?”



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