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BONUS & ISEE/ Così la riduzione dei sussidi può far crescere il lavoro


Nonostante i tanti bonus e sussidi, l’occupazione in Italia è più bassa rispetto agli altri Paesi europei e Ocse

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Il Bonus Giorgetti è un incentivo introdotto nella Legge di Bilancio 2025 per i lavoratori dipendenti che, pur avendo maturato i requisiti per la pensione anticipata, flessibile od ordinaria, decidono di posticipare il loro pensionamento. Questo bonus, che prende il nome dal ministro dell’Economia, offre un aumento dello stipendio e contributi esenti da imposte a chi sceglie di rimanere al lavoro. E la Circolare Inps n. 102 del 16 giugno 2025 lo rende pienamente operativo.



La novità principale è l’estensione della platea a chi può accedere anche alla pensione anticipata ordinaria, interessando iscritti all’Ago, casse sostitutive ed esclusive, compresi molti dipendenti pubblici. Chi aderisce può rinunciare volontariamente all’accredito della propria quota Ivs, che viene così versata direttamente, e netta, in busta paga, senza tassazione ai sensi dell’art. 51, comma 2, lett. i-bis del Tuir.



Per l’azienda l’incentivo è a costo zero, mantenendo il solo obbligo della propria quota contributiva. Fondamentale, è una corretta informativa ai dipendenti, la gestione precisa delle buste paga e la tracciabilità della rinuncia, per evitare errori e garantire la piena agevolazione.

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Ma quanti e quali sono i sussidi che oggi abbiamo in Italia per le famiglie? In Italia, l’Inps (Istituto nazionale della previdenza sociale) eroga numerosi bonus e indennità, spesso legati alla situazione lavorativa, familiare o di bisogno del cittadino. Alcuni bonus sono automatici, altri richiedono la presentazione di una domanda.



Nel 2025, l’Inps offre diverse misure di sostegno, tra cui il “Bonus nuovi nati” con un importo una tantum di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2025. Ne hanno diritto operai e impiegati del settore terziario e servizi; lavoratori dell’agricoltura; lavoratori dello spettacolo; lavoratori marittimi. Inoltre, l’Assegno unico universale (Auu) continua a essere erogato, con importi variabili in base all’Isee, e sono previsti bonus per mamme lavoratrici, bonus per famiglie e bonus per studenti. Assegni (integrativo, Adi), indennità (Disoccupazione, Dis-Coll, Nuovo RA, Naspi, ecc.) o contributo straordinario di solidarietà.

Per sapere a quali bonus si ha diritto è possibile consultare il Portale delle Famiglie dell’Inps, oppure utilizzare piattaforme come BonusX, che aiutano a identificare i bonus e le agevolazioni disponibili in base al proprio profilo. I bonus 2025 per i nuclei famigliari con Isee sotto i 25.000 euro sono incentivi o agevolazioni offerti dallo Stato per sostenere le famiglie più in difficoltà in vari settori, come bollette, rifiuti, gestione della famiglia e altro.

Poi ci sono il Bonus ristrutturazioni, Ecobonus e Sismabonus elevati al 50% per le spese sostenute nel 2025 per gli interventi sulla prima casa. Lo sconto fiscale resta più elevato di quello ordinario (36%) anche se l’immobile viene adibito ad “abitazione principale” al termine dei lavori e vale anche per le pertinenze.

Il “bonus casalinghe” non è un contributo economico diretto, ma si riferisce a iniziative di formazione e sostegno per chi svolge attività domestiche, spesso finanziate tramite bandi a enti e associazioni. Inoltre, esiste un fondo presso l’Inps per la pensione dei casalinghi, a cui si può accedere se si svolgono lavori domestici non retribuiti e non si percepisce una pensione diretta. Con una soglia Isee entro i 15mila euro è possibile ottenere anche nel 2025 la Carta Dedicata a te. La prepagata di 500 euro per la spesa di beni essenziali viene rifinanziata con 500 milioni di euro.

Il Bonus asilo nido dell’Inps è un contributo economico per le spese relative alla frequenza di asili nido pubblici e privati autorizzati, o per forme di assistenza domiciliare per bambini con gravi patologie croniche. Il bonus è stato confermato anche per il 2025, con alcune novità, e può arrivare fino a 3.600 euro annui, a seconda dell’Isee e della data di nascita del bambino.

Una considerazione legittima: oggi spendiamo 167 miliardi di spesa per assistenza all’anno e i poveri sono sempre tanti troppi. C’è qualche cosa che non funziona poiché il tasso di occupazione totale (63%) – non parliamo poi dell’occupazione femminile che è sotto di 12 punti – ci vede agli ultimi posti nella classifica Ocse Eurostat.

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Ci conviene ridurre i sussidi di ogni tipo a chi può lavorare e non lo fa perché lavorando regolarmente perderebbe bonus, agevolazioni e tutti gli altri sussidi e sono convinta che se si sospendesse l’Isee, si investisse in formazione e si strutturasse un sistema che sostiene la flessibilità lavorativa soprattutto per coloro che hanno carichi di cura, i 5 milioni di lavoratori che le aziende cercano sarebbero magicamente nel mercato del lavoro. Regolare.

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