AGI – Con 51 voti a favore e 49 contrari, il Senato Usa ha approvato l’apertura del dibattito formale sulla legge di spesa voluta da Donald Trump. L’aula potrà quindi iniziare a discutere del cosiddetto ‘big, beautiful, bill’, che prevede circa 4.000 miliardi di dollari in tagli fiscali. Diversi senatori repubblicani hanno messo in discussione il provvedimento che estende i tagli fiscali del primo mandato di Trump, aumenta la spesa per la difesa e il controllo dell’immigrazione e riduce programmi di assistenza come Medicaid.
Oltre ai tagli ai programmi sociali, i senatori hanno messo in guardia sull’impatto fiscale del disegno di legge, che costerebbe al debito pubblico circa 2.400 miliardi di dollari nel prossimo decennio, secondo il Congressional Budget Office. Dopo il voto procedurale chiave ottenuto oggi, la maggioranza repubblicana deve ancora fare i conti con le numerose richieste di senatori che chiedono modifiche al disegno di legge.
I tempi sono estremamente stretti: Trump ha chiesto di firmare il provvedimento il 4 luglio, ma il disegno di legge deve ancora tornare alla Camera. Il provvedimento è stato di nuovo contestato oggi da Elon Musk, secondo cui “l’ultimo progetto di legge del Senato distruggerà milioni di posti di lavoro in America e causerà un immenso danno strategico al nostro Paese”. Secondo Musk è “assolutamente folle e distruttivo. Dà elemosine alle industrie del passato e danneggia gravemente le industrie del futuro”.
Il via libera all’inizio del dibattito è arrivato alla fine di una lunga giornata di trattative all’interno del Gop e dopo una drammatica votazione durata ore. Due senatori repubblicani (Thom Tillis della Carolina del Nord e Rand Paul del Kentucky) hanno votato contro, mentre Lisa Murkowski dell’Alaska, Rick Scott della Florida, Mike Lee dello Utah e Cynthia Lummis del Wyoming si sono astenuti.
Il voto procedurale è stato ritardato di ore per cercare di trovare un’intesa all’interno del gruppo Repubblicano ed è rimasto in bilico per oltre tre ore. Il leader della maggioranza al Senato John Thune, e altri leader repubblicani sono infine riusciti a convincere i dubbiosi preparando il terreno per un voto sull’approvazione finale nei prossimi giorni. Anche il vicepresidente JD Vance si è recato al Campidoglio nel caso in cui il suo voto fosse stato decisivo in caso di stallo 50-50.
Ci saranno ora fino a 20 ore di dibattito prima dell’inizio del termine per la presentazione degli emendamenti: i senatori possono presentare emendamenti illimitati. Nonostante il voto procedurale di oggi, non è ancora chiaro se il Senato, dove i repubblicani hanno una maggioranza di 53 a 47, avrà alla fine i voti necessari per approvare il disegno di legge. La senatrice repubblicana del Maine Susan Collins ha dichiarato ai giornalisti che voterà “sì” per avviare il dibattito, ma che presenterà diversi emendamenti al provvedimento e che è contraria all’approvazione finale, a meno che non venga sostanzialmente riveduto.
La legge estenderebbe i tagli fiscali firmati da Trump nel 2017 e taglierebbe le tasse su mance e straordinari. Include un aumento di 150 miliardi di dollari alla spesa militare quest’anno, insieme a un’ondata di fondi federali per attuare il programma di Trump sulle deportazioni di massa e sul controllo dell’immigrazione. Questo finanziamento è parzialmente finanziato dai tagli a Medicaid, SNAP e ai finanziamenti per l’energia pulita. Secondo un’analisi pubblicata sabato dal Committee for a Responsible Federal Budget, un think tank che sostiene la riduzione del deficit, il disegno di legge aggiungerebbe circa 4.000 miliardi di dollari al debito nazionale, se si considerano i maggiori pagamenti di interessi, riporta la NBC.
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