Il 9,1% del target 2030 è già stato completato grazie agli interventi di efficientamento energetico realizzati tra il 2020-2024. All’Italia resta solo il 6,9% per raggiungere l’obiettivo 2030. Il Paese si trova “già a metà strada” nel percorso di transizione energetica. A dirlo sono i risultati emersi dal primo studio quantitativo completo sugli effetti dell’implementazione della direttiva europea sulle case green sul patrimonio edilizio italiano. Si tratta dell’indagine “La via italiana alla direttiva case green, potenzialità e impatti dell’adozione a livello nazionale della Direttiva Epbd IV”, che segna l’avvio formale delle attività del Centro Studi di Fondazione Geometri Italiani. Un lavoro curato in collaborazione con Centro Studi Sintesi – Cgia di Mestre e Smart Land.
La direttiva case green e la scadenza del 2030
Si ricorda che, secondo quanto previsto dalla direttiva sulle case green:
- per gli edifici residenziali non di nuova costruzione, i Paesi Membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035;
- per gli edifici non residenziali, gli Stati Membri dovranno ristrutturare il 16% degli immobili con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi nazionali di prestazione energetica da rispettare per tutto il settore dell’edilizia;
- i nuovi edifici residenziali dovranno essere a zero emissioni dal 2030;
- mentre i nuovi edifici non residenziali dovranno essere a zero emissioni dal 2028.
Direttiva Ue case green 2030, i risultati dell’indagine dei geometri
Oltre a indicare il fatto che l’Italia si trova “già a metà strada” nel percorso di transizione energetica, l’indagine condotta dal Centro Studi di Fondazione Geometri Italiani ha sottolineato che, per quanto riguarda gli investimenti e l’occupazione, sono necessari 84,8 miliardi di euro entro il 2030 per completare la riqualificazione energetica, si tratta di circa 14,1 miliardi all’anno; sono poi attivabili nel settore edilizio 1,3 milioni di posti di lavoro; e le abitazioni energivore da riqualificare (classe F-G) sono 18,5 milioni.
Sul fronte dell’impatto ambientale e sociale, invece, lo studio ha evidenziato che sono 4,7 milioni le tonnellate di CO2 risparmiate annualmente; che il 9% delle famiglie italiane si trova in condizione di povertà energetica; e che, considerando il patrimonio edilizio italiano le abitazioni sono 35,3 milioni, di cui il 68% costruito prima del 1980.
Il presidente CNGeGL, Paolo Biscaro, ha spiegato: “La direttiva case green rappresenta una delle sfide più significative per il settore edilizio europeo. L’Italia, con il suo patrimonio di 35,3 milioni di abitazioni – di cui il 68% costruito prima del 1980 – affronterà una transizione energetica rilevante. Il nostro studio dimostra che gli obiettivi sono raggiungibili e rappresentano un’opportunità di sviluppo economico e sociale straordinario”.
E il presidente Cassa Geometri, Diego Buono, ha sottolineato: “I dati della nostra ricerca mettono in evidenza che l’Italia è un Paese virtuoso e a metà strada, avendo già raggiunto il 9,1% del target 2030 con gli interventi di efficientamento energetico. Gli 84,8 miliardi di investimenti necessari attivano un volano per 1,3 milioni di posti di lavoro: una grande opportunità di valorizzazione del patrimonio immobiliare italiano e di crescita per il comparto edilizio”.
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