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Rassegna stampa aumentata ESG/ 417


In questo numero: Omnibus, gli Stati Ue spingono per maggiori tagli – Omnibus, Parlamento Ue diviso sulla proposta – Uk, pronti i nuovi standard basati sul quadro Issb – Aumentato il budget dell’agenzia Onu per il clima – Clima, un indice per indirizzare i fondi ai Paesi più vulnerabili – Il riarmo europeo sotto la lente dei fondi

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La “Rassegna stampa aumentata ESG” di ETicaNews, è un resoconto di analisi e commenti, principalmente orientato a livello internazionale, che punta la lente su alcuni dei principali snodi dell’informazione sui temi di sostenibilità negli ultimi sette giorni. Dando la precedenza agli argomenti su cui l’attenzione di ETicaNews è costante.

omnibus, gli stati ue spingono per maggiori tagli

Gli Stati membri dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo su una posizione negoziale per il pacchetto di regole “Omnibus” proposto dalla Commissione europea. La posizione del Consiglio Europeo prevede tagli più significativi rispetto alla proposta iniziale della Commissione in materia di reporting di sostenibilità e due diligence per le aziende. In particolare, per la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (Csddd), il Consiglio propone di limitarne l’applicazione alle imprese con oltre 5mila dipendenti e 1,5 miliardi di euro di fatturato, escludendo così la maggior parte delle aziende europee. Per la Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd), il Consiglio propone di mantenere la soglia di mille dipendenti, ma aggiungere un limite minimo di 450 milioni di euro di ricavi. La posizione prevede anche l’adozione ritardata dei piani di transizione climatica e un approccio basato sul rischio nella catena del valore. Il testo del Consiglio sarà ora negoziato con il Parlamento europeo.

Omnibus, parlamento ue diviso sulla proposta

  • OGGETTO – Il Parlamento europeo è già diviso sulla proposta di regolamento “Omnibus” prima ancora di iniziare le trattative ufficiali a metà luglio
  • DATA – 28 giugno 2025
  • FONTE – Lawmakers fear EU Parliament will struggle to find ‘middle ground’ on Omnibus
  • PAROLE CHIAVE: Parlamento europeo, Ppe, S&D, Renew, Verdi, La Sinistra, Unione europea, pacchetto Omnibus, Csddd, Csrd, Commissione europea, reporting di sostenibilità, due diligence, aziende

Le trattative all’interno del Parlamento europeo sulla proposta di regolamento “Omnibus” della Commissione europea inizieranno ufficialmente a metà luglio. Tuttavia, stanno crescendo le preoccupazioni sulla possibilità di trovare un compromesso efficace per la semplificazione delle norme Ue sulla rendicontazione di sostenibilità e sulla due diligence aziendale, la Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd) e la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (Csddd). Il relatore principale Jörgen Warborn del gruppo Partito Popolare Europeo (Ppe) ha presentato un progetto di relazione che propone ulteriori tagli rispetto al testo iniziale della Commissione, tra cui l’innalzamento delle soglie a 3mila dipendenti e 450 milioni di fatturato e la rimozione dell’obbligo di piani di transizione climatica. I gruppi S&D, Renew Europe, Verdi e La Sinistra hanno già criticato duramente la proposta, accusandola di indebolire troppo le norme e di concentrarsi solo sui costi per le imprese.

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uk, pronti i nuovi standard basati sul quadro issb

  • OGGETTO – Il governo del Regno Unito ha pubblicato e sottoposto a consultazione le bozze dei nuovi UK Sustainability Reporting Standards, basati sugli standard Issb
  • DATA – 25 giugno 2025
  • FONTE – UK Releases Proposed Sustainability and Climate Reporting Standards
  • PAROLE CHIAVE: Regno Unito, UK Sustainability Reporting Standards, Issb, Ifrs Foundation, mercati finanziari, consultazione pubblica, sostenibilità, clima

Il 25 giugno il governo del Regno Unito ha pubblicato le bozze degli UK Sustainability Reporting Standards (UK Srs), basati sugli standard sviluppati dall’International Sustainability Standards Board (Issb) della Ifrs Foundation. L’obiettivo è di creare un quadro per la fornitura di informazioni finanziarie relative alla sostenibilità ai mercati finanziari. Le bozze sono state sottoposte a una consultazione pubblica che resterà aperta fino al 17 settembre 2025. Dopo la consultazione, in base all’analisi costi-benefici, il governo valuterà se rendere obbligatoria la rendicontazione per alcune aziende. Le bozze pubblicate includono due standard: l’UK Srs S1 e l’UK Srs S2, rispettivamente focalizzati su sostenibilità e clima. Le proposte prevedono alcune modifiche rispetto agli standard Issb, tra cui un’estensione di due anni del periodo di esenzione per le disclosure non climatiche e la rimozione della possibilità di ritardare le pubblicazioni rispetto ai bilanci, per garantire coerenza tra le informazioni.

aumentato il budget dell’agenzia onu per il clima

  • OGGETTO – Quasi 200 Paesi hanno approvato un aumento del 10% per il budget della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici
  • DATA – 26 giugno 2025
  • FONTE – Countries agree 10% increase for UN climate budget
  • PAROLE CHIAVE: Onu, Unfccc, clima, bilancio, Paesi, Cina, Stati Uniti

Il 26 giugno quasi 200 Paesi hanno approvato un aumento del 10% per il budget della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), l’organismo Onu per il clima, per il biennio 2026–2027, portandolo a 81,5 milioni di euro. La decisione è arrivata durante i negoziati climatici a Bonn, in un contesto segnato da tagli generalizzati ad altre agenzie dell’Onu e dal disimpegno degli Stati Uniti, che non hanno partecipato all’incontro. Tuttavia, il contributo più elevato resta quello degli Stati Uniti, con il 22%, anche se l’amministrazione Trump ha interrotto i finanziamenti internazionali sul clima. La Cina, la seconda economia mondiale, ha invece accettato di aumentare la propria quota al 20%, rispetto al 15% precedente. L’incremento di bilancio è stato accolto con favore dall’Unfccc, come segnale di fiducia nella cooperazione climatica multilaterale, dopo le gravi difficoltà di bilancio affrontate dall’organismo negli ultimi anni.

clima, un indice per indirizzare i fondi ai paesi più vulnerabili

  • OGGETTO – Un nuovo indice, il Climate Finance Vulnerability Index, mira a misurare la vulnerabilità climatica dei Paesi combinando l’esposizione ai rischi ambientali e la resilienza finanziaria
  • DATA – 25 giugno 2025
  • FONTE – Declining Climate Funding Spurs Index of Most Vulnerable Nations
  • PAROLE CHIAVE: Columbia University, Rockefeller Foundation, Climate Finance Vulnerability Index, rischi ambientali, resilienza finanziaria, adattamento climatico, finanziamenti, Cop30

La Columbia University, con il sostegno della Rockefeller Foundation, ha lanciato il Climate Finance Vulnerability Index, uno strumento che misura la vulnerabilità climatica dei Paesi combinando l’esposizione ai rischi ambientali e la resilienza finanziaria. L’indice mira a indirizzare i sempre più scarsi fondi globali per l’adattamento climatico verso i Paesi più esposti a pericoli come alluvioni e ondate di calore, ma con scarso accesso ai finanziamenti. Il nuovo indice include 188 Paesi, con la Norvegia in posizione meno vulnerabile e la Guinea-Bissau in quella più vulnerabile. L’analisi ha rilevato che la maggior parte dei Paesi più vulnerabili si trova in Africa e che oltre 2 miliardi di persone vivono in “zone rosse”, dove il rischio di catastrofi climatiche è elevato e l’accesso ai finanziamenti è minimo. Il nuovo indice arriva in un momento critico, segnato da tagli ai fondi da parte di Stati Uniti e Regno Unito, e si propone come base per le future discussioni in vista della Cop30 di novembre in Brasile.

il riarmo europeo sotto la lente dei fondi

  • OGGETTO – Il fondo pensione danese AkademikerPension ha revocato il divieto, autoimposto, di investire in sei tra i maggiori produttori europei di armamenti
  • DATA – 26 giugno 2025
  • FONTE – Danish pension fund lifts ban on investments in European defence stocks
  • PAROLE CHIAVE: AkademikerPension, divieto, finanziamenti, produttori europei di armamenti, Airbus, Babcock, Dassault Aviation, Leonardo, Safran, Thales, armi nucleari, responsabilità sociale

Il fondo pensione danese AkademikerPension ha annunciato di aver revocato il divieto, autoimposto, di investire in sei tra i maggiori produttori europei di armamenti e in alcuni gruppi minori. Come motivazione, ha citando il peggioramento della sicurezza globale e la necessità di rafforzare la difesa europea. Il fondo, che gestisce circa 157 miliardi di corone danesi (circa 24,6 miliardi di dollari), ha ammesso agli investimenti Airbus, Babcock, Dassault Aviation, Leonardo, Safran e Thales, mentre continuerà a escludere altri 46 gruppi per legami con armi controverse o violazioni dei diritti umani. Molti fondi europei escludono i produttori di armi dai loro portafogli per motivi etici, come la produzione di componenti per armi nucleari. Tuttavia, il fondo danese ha spiegato che l’Europa si trova ad affrontare il più grande rafforzamento militare della storia recente, in risposta alle pressioni geopolitiche e agli impegni presi in ambito Nato, e che sostenere la costruzione di una difesa europea «sia la cosa più responsabile da fare, sia in termini di ritorno economico che di responsabilità sociale».

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