Le principali banche di Wall Street sono cresciute nel pre-market di lunedì dopo aver superato senza problemi il controllo annuale sulla solidità finanziaria effettuato dalla Federal Reserve, aprendo la strada a miliardi di dollari in riacquisti di azioni e dividendi.
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La banca centrale ha dichiarato venerdì che 22 delle maggiori banche statunitensi sono ben posizionate per resistere a una futura recessione economica e continuare a erogare prestiti, sottolineando come gli istituti abbiano mantenuto solidi livelli di capitale anche dopo aver subito perdite per centinaia di miliardi di dollari durante lo scenario ipotetico dello stress test.
I risultati rappresentano un forte segnale della buona salute degli istituti di credito americani, anche in un contesto di incertezza economica elevata, aiutando funzionari governativi e investitori a valutare se le banche possano continuare a concedere prestiti anche durante una crisi.
Il superamento dello stress test concede inoltre il via libera alle banche per procedere con la distribuzione di utili agli azionisti, attraverso dividendi e buyback.
«Tutte le banche partecipanti hanno superato lo stress test (cosa che non sorprende), e questo supporta la nostra visione secondo cui restano ben posizionate per restituire capitale se lo desiderano», hanno affermato gli analisti della società di intermediazione RBC Capital Markets.
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Le azioni di Bank of America sono salite dell’1% prima dell’apertura di Wall Street. Anche i concorrenti JPMorgan Chase, Citigroup e Wells Fargo hanno registrato rialzi compresi tra lo 0,5% e il 2%.
La banca d’investimento Goldman Sachs segnava un aumento del 2,4%, mentre anche Morgan Stanley era in lieve rialzo.
«Consideriamo i risultati dello stress test come un elemento positivo, destinato a suscitare un maggiore interesse degli investitori nel settore», hanno commentato gli analisti di Raymond James, aggiungendo che un probabile calo dei buffer di capitale richiesti dovrebbe essere visto come un ulteriore sviluppo favorevole.
Le banche hanno ottenuto risultati migliori nello stress test 2025 rispetto al 2024, in parte perché la prova di quest’anno è stata meno severa. Lo stress test simula un’economia in crisi e, poiché l’economia reale era già più debole prima del test, lo scenario si è rivelato meno drastico.
«In generale, i risultati sono stati positivi su tutta la linea e sostengono una prospettiva migliorativa per la restituzione di capitale da parte di tutti i partecipanti», hanno scritto in una nota gli analisti di Jefferies, sottolineando che i buffer di capitale richiesti non saranno definitivi fino ad agosto e che le banche potrebbero ancora avere margini per modificare gli aumenti dei dividendi.
Lo stress test 2025 ha previsto una grave recessione globale, con un calo del 30% dei prezzi degli immobili commerciali e una flessione del 33% dei prezzi delle abitazioni. Il tasso di disoccupazione è salito di 5,9 punti percentuali, raggiungendo il 10% nello scenario ipotizzato.
La Federal Reserve ha introdotto gli stress test previsti dal Dodd-Frank Act nel 2011, per valutare se le maggiori banche statunitensi siano in grado di resistere a un brusco peggioramento dell’economia, con l’obiettivo di evitare una ripetizione della crisi finanziaria del 2008.
Le banche da tempo criticano l’esercizio, sostenendo che sia eccessivamente complesso, costoso da realizzare e che limiti la restituzione di capitale anche quando gli istituti sono finanziariamente solidi.
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L’indice S&P 500 Banks, che monitora le principali banche a grande capitalizzazione, è cresciuto di circa il 12% dall’inizio dell’anno fino alla chiusura precedente, superando il rialzo del 5% dell’indice di riferimento S&P 500.
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