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negli Usa focus su tassi a 10 anni. In Europa costruttivi su Spagna e Bulgaria ma cauti su Francia « LMF Lamiafinanza


L’economia globale resta in una fase di delicato equilibrio. La crescita mondiale dovrebbe rallentare ulteriormente, con i PMI manifatturieri in calo e l’inflazione che invia segnali contrastanti.

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Quali sono i principali rischi per queste prospettive?

Al di là delle incertezze legate ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente, abbiamo individuato tre rischi principali che potrebbero influire negativamente sui mercati finanziari nel breve periodo:

  • La politica commerciale degli Stati Uniti:  Il sentiment di mercato è fragile e la volatilità potrebbe riemergere in qualsiasi momento, anche prima che finisca la pausa di 90 giorni sui dazi reciproci statunitensi l’8 luglio.
  • I negoziati sul budget USA: Le discussioni in corso indicano un incremento del deficit e potenziali tagli al bilancio che potrebbero colpire in modo sproporzionato le famiglie a basso reddito, esercitando pressioni sui consumi, sull’attività economica e quindi sugli utili aziendali.
  • I dati macro incerti: è difficile valutare la traiettoria sottostante delle attività, dell’inflazione e delle politiche. Non si è verificato alcun hard landing, ma la crescita economica sta rallentando. Finora, alcuni dati mostrano chiari segni di debolezza, mentre gli hard data rimangono piuttosto stabili. Questa discrepanza è un fenomeno raro ma ben noto, che si verifica quando shock significativi erodono la fiducia di imprese e consumatori, mentre sul breve termine la produzione e le supply chain non subiscono effetti. Alla fine, le due tendenze dovranno convergere.

Con i mercati azionari scambiati vicino ai massimi del range recente e diverse incertezze geopolitiche all’orizzonte, manteniamo un posizionamento bilanciato e ben diversificato, conservando un approccio d’investimento paziente e incentrato sulla transizione.

Nell’azionario, evitiamo bias a livello regionale e ci concentriamo sulla diversificazione settoriale e fattoriale, in particolare nei segmenti con una solida dinamica degli utili, come la tecnologia, e nei settori che beneficiano del sostegno fiscale, come le infrastrutture europee. Manteniamo un posizionamento complessivamente neutrale e riteniamo che un sovrappeso non sia ancora giustificato, poiché le azioni statunitensi ed europee sono alle prese con venti contrari legati alla debolezza degli utili e all’incertezza politica. Di conseguenza, preferiamo un approccio ben diversificato.

Per quanto riguarda l’obbligazionario, il nostro modello di fair value suggerisce che i tassi statunitensi a 10 anni presentano attualmente valutazioni piuttosto interessanti, essendo scambiati ampiamente al di sopra della nostra stima di fair value. Allo stesso tempo, la probabilità di una recessione è notevolmente aumentata. I dati soft restano deboli e anche quelli hard mostrano un certo deterioramento. I rischi per il mercato del lavoro sono in aumento, con una crescita dell’occupazione limitata e indicatori di fiducia in calo. Finora l’inflazione è sorprendentemente contenuta, anche se i dazi potrebbero spingere al rialzo il CPI. Al momento, il mercato sta prezzando tagli dei tassi di 75 punti base entro aprile del prossimo anno, ma la Fed potrebbe essere costretta a fare di più se il mercato del lavoro dovesse indebolirsi eccessivamente. Preferiamo essere posizionati sui segmenti a 2 e 10 anni. Le fasce dei titoli a  2-5-10 anni sono nuovamente scambiate a livelli contenuti, simili a quelli dell’estate 2024 quando la curva complessiva era ancora molto più piatta. Questo indica che quelli a cinque anni sono piuttosto costosi, poiché probabilmente molti investitori hanno preferito concentrare la loro esposizione sulla parte centrale della curva piuttosto che sulle scadenze più lunghe. Inoltre, preferiamo evitare le scadenze molto lunghe alla luce dei rischi legati all’offerta e dell’esposizione all’irripidimento. Ciononostante, gli investitori in euro dovrebbero tenere presente che, in termini di copertura, i tassi in USD sono meno interessanti rispetto alle obbligazioni denominate in euro. Insieme alla nostra view prudente sul dollaro, è quindi importante sottolineare che la tendenza al ribasso dei tassi non è l’unico fattore che la maggior parte degli investitori europei deve considerare.

Conto e carta

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Guardando all’Europa, dopo la riunione di giugno della BCE e il taglio dei tassi, continuiamo a mantenere un sovrappeso sulla duration in euro. Nel nostro scenario di base non prevediamo più un numero maggiore di tagli dei tassi rispetto al mercato e non riteniamo quindi che la politica monetaria sarà altrettanto espansiva in futuro. A nostro parere, la banca centrale manterrà i tassi invariati a luglio e procederà a un nuovo taglio (l’ultimo di quest’anno) a settembre. Tuttavia, il ciclo economico rimane favorevole, così come i fattori tecnici, con gran parte dei paesi in fase avanzata sul fronte delle emissioni quest’anno (oltre il 60%). L’inflazione dovrebbe raggiungere livelli significativamente inferiori all’obiettivo nel primo semestre del 2026, anche se questo scenario è probabilmente già in larga misura scontato. A livello di singoli paesi, abbiamo parzialmente preso profitto dalla nostra posizione long sulla Bulgaria dopo l’annuncio del suo ingresso (quasi certo) nell’Eurozona e alla luce della forte performance relativa. Continuiamo a essere cauti sulla Francia e costruttivi sulla Spagna.

Il dollaro si mantiene stabile su base storica, ma con l’arrivo dei tagli della Fed nel secondo semestre e il rallentamento della crescita, prevediamo un suo deprezzamento. Manteniamo un sovrappeso sulle valute difensive, come lo yen giapponese, e vediamo opportunità in alcune valute dei mercati emergenti, dove i rendimenti reali sono interessanti e i bilanci stanno migliorando.

In un mondo caratterizzato da complessità geopolitiche e volatilità dei tassi reali, l’oro si conferma una valida copertura. Nonostante gli elevati rendimenti nominali, la domanda di oro è sostenuta dagli acquisti delle banche centrali e dal cambiamento delle preferenze in materia di riserve. Manteniamo quindi il nostro sovrappeso.

Infine, alla luce della persistente volatilità e dei rischi di mercato asimmetrici, manteniamo la nostra allocazione nelle strategie alternative. Questi approcci consentono di stabilizzare il portafoglio e completano le esposizioni più tradizionali e direzionali.



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