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27 milioni di italiani usano i comparatori web. Risparmi per oltre 110 milioni


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Assicurazioni auto, mutui, hotel, aerei, bollette e molto altro. Più di 8 italiani su 10 hanno usato almeno una volta un comparatore online e nell’ultimo anno ben 27 milioni di consumatori si sono serviti di questi strumenti per confrontare diversi prodotti. È quanto emerge dall’indagine commissionata da Facile.it all’istituto di ricerca Emg Different e presentata stamattina in occasione dell’evento “Confrontare, il segreto del risparmio” organizzato in collaborazione con Consumerismo No Profit.

Il risparmio è la prima motivazione che spinge gli italiani ad usare gli strumenti di comparazione: secondo le stime di Facile.it, nel 2024 tramite il portale, solo considerando l’assicurazione auto, grazie alla comparazione sono stati risparmiati ben 109 milioni di euro.

Complessivamente, quindi, per tutte le comparazioni tra bollette, mutui, hotel e altri prodotti, la cifra risparmiata è nettamente superiore.

A cercare le offerte usando i comparatori sono prettamente le donne, anche se risultano gli uomini a fare gli acquisti, perché mediamente hanno un reddito superiore. Il 16% dei consumatori che non ha mai usato un comparatore lo fa poi principalmente perché non si fida, eppure sono uno strumento utile per evitare le truffe. Solo con il telemarketing illegale il danno per consumatori e imprese è sato di oltre 800 milioni nel 2024.

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L’evoluzione

«Facile.it è stato il precursore dei comparatori in Italia, siamo partiti nel 2009 con l’assicurativo e poi nel tempo ci siamo espansi a diversi prodotti finanziari, i mutui e le bollette – spiega a Il Messaggero Maurizio Pescarini, Ceo di Facile.it – Oggi copriamo 8 categorie di prodotti, tra cui il noleggio a lungo termine. Dobbiamo far usare sempre di più la comparazione, c’è ancora molto margine. E poi stiamo lavorando per ampliare la comparazione ad altri prodotti finanziari, a partire da settembre annunceremo novità».

«Negli anni – aggiunge – gli italiani sono passati da una comprensibile diffidenza verso i compratori, strumento per loro nuovo ed innovativo un decennio fa, ad un uso sempre più maturo e consapevole del mezzo che, numeri alla mano, ha dimostrato di essere fondamentale per risparmiare e pianificare al meglio le spese familiari».

«Utilizzare i comparatori non serve solo a risparmiare – conclude – ma a investire con intelligenza. Gli italiani hanno fermi nei conti corrente 1,3 trilioni di euro, ma non si rendono conto che tenerli fermi è un costo. Dobbiamo sensibilizzare le persone a investire i risparmi per aumentare i loro capitali».

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Gli utenti dei comparatori online

I comparatori online, arrivati sul mercato nei primi anni duemila, hanno iniziato a cambiare gradualmente il modo in cui gli italiani si approcciano alle spese di casa e nell’ultimo anno ben il 65% della popolazione nazionale adulta si è servita di un comparatore, con una media d’uso pari a tre volte l’anno.

Guardando al profilo degli italiani che si rivolgono ai comparatori online, emergono dati interessanti. Il primo è legato all’età; la fascia che ha usato maggiormente questi strumenti nell’ultimo anno è quella con età compresa tra i 35 e i 44 anni (78%).

Dal punto di vista territoriale, l’attitudine a confrontare le spese di casa con strumenti online è più diffusa nel Nord Italia (circa 69% del campione), ma comunque molto forte anche al Centro (65%) e al Sud (60%).

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Perché vengono usati

Se la prima ragione che spinge gli italiani ad utilizzare gli strumenti di comparazione online è il risparmio economico (66%), la seconda è la “certezza di trovare le offerte migliori” (57%), mentre circa 13 milioni di consumatori (48%) apprezzano la semplicità di confronto delle tariffe.

Sono invece ben 3.315.000 (12% del campione totale con picchi che arrivano a sfiorare il 18% nella fascia 55 – 64 anni) i consumatori che hanno dichiarato di servirsene perché hanno apprezzato la possibilità di ottenere una consulenza specializzata indipendente.

Importante anche il ruolo dei compratori in termini informativi, di educazione e tutela dalle truffe: più di 3 milioni di consumatori hanno dichiarato di usare un comparatore per acquisire conoscenze su prodotti o servizi non familiari o per ricevere una consulenza indipendente, mentre quasi 4 milioni si affidano a questi strumenti per evitare di cadere vittima di truffe.

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I settori principali

Le assicurazioni auto e moto sono la spesa per la quale gli italiani hanno usato maggiormente i comparatori nell’ultimo anno (41% del campione intervistato, pari a circa 11,3 milioni di consumatori). Pochi meno (11 milioni) quelli che si sono rivolti ai comparatori per confrontare offerte luce e gas.

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Gli italiani scelgono il confronto anche quando si tratta di decidere l’hotel in cui soggiornare (31%) o prenotare un volo aereo (27%). Un consumatore su quattro lo fa per la telefonia, ma non manca chi si rivolge ai comparatori per confrontare prodotti di finanza personale o risparmio come prestiti (12%) e mutui (7%).

L’uso dei comparatori varia in base all’età dell’utente: gli under 34, ad esempio, utilizzano questi strumenti principalmente per risparmiare sui viaggi (hotel e aerei), mentre dai 35 anni in su si confrontano RC auto e utenze domestiche. La comparazione di mutui e prestiti è particolarmente utilizzata dalla fascia 25-34 anni, mentre il noleggio a lungo termine da quella 35-44 anni. Sono i più giovani (18-24 anni) ad utilizzare maggiormente i comparatori per cercare prodotti assicurativi diversi dall’RC auto o moto.

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Chi non usa i comparatori

L’84% della popolazione adulta ha usato i comparatori almeno una volta (percentuale che arriva addirittura al 95% nella fascia 35-44 anni), ma esiste una fetta di consumatori che non si è mai affidata a questi strumenti; il 16% dei rispondenti all’indagine.

La principale ragione dichiarata per cui non si usano i comparatori è la mancanza di fiducia verso questi strumenti (51%), mentre una parte minoritaria di rispondenti dice che, nonostante il lavoro dei comparatori, resta comunque difficile confrontare le offerte (18%); il 12% è dell’opinione che non ci sia un vero risparmio.

«In realtà», sostiene Gianluca Castelnuovo, psicologo comportamentale dell’Università Cattolica di Milano, «le ragioni dichiarate per il non uso sono più che altro delle scuse che il consumatore si dà. Alcuni individui, semplicemente, preferiscono mantenere le loro abitudini e non percepiscono la necessità di cambiare gestore o offerta. Anche se questo, sovente, va a loro discapito».

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