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Wave gelato, la start-up italiana alla conquista di Londra, dalle bici-gelato ai barattolini


Un team italiano che ha puntato tutto sul gelato artigianale e ha un progetto per le aziende di Londra: portare le mini tub Wave gelato in tutti gli uffici

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Due italiani alla conquista di Londra con il loro gelato. L’idea di Wave gelato è portare il gelato artigianale in giro per la capitale britannica. L’onda lunga del gelato all’italiana è iniziata con una bicicletta, trasformata in carretto dei gelati, poi è venuta l’apecar, poi ancora il progetto dei “mini tub”, i barattolini monoporzione, perfetti per entrare nelle aziende inglesi, fra una riunione e una pausa caffè.

Protagonisti di quest’impresa, che ha mosso i primi passi nel 2021, Cristian Bonacina e Biagio Di Fiore: il primo si è formato nella scuola di cucina e pasticceria Alma di Colorno (Pr), il secondo ha portato la sua esperienza nell’hospitality e l’anima creativa e visiva. A loro si è aggiunto di recente Giuseppe Dabbene, in qualità di advisor strategico. Con quest’ultimo ingresso, gli obiettivi si sono moltiplicati: cercare investitori per l’apertura del primo punto vendita fisico a Londra, entrare nelle aziende con i frigoriferi brandizzati e il lancio di una rete di WaveGelatoBike nei parchi della capitale. Le intenzioni sono chiare: scalare un brand artigianale senza snaturarlo, portandolo dove le persone vivono, lavorano e si rilassano.

«Il gelato a Londra è sempre più di moda, il numero dei brand, artigianali e non, si è moltiplicato in pochissimo tempo, anche per via dei cambiamenti climatici che hanno fatto aumentare le giornate con alte temperature in città», commenta Giuseppe Dabbene, contattato in una giornata in cui Londra ha registrato un caldo record.

La differenza la fa l’artigianalità, ma anche la capacità di distinguersi con gusti peculiari e che vanno incontro alle richieste del mercato, sempre più orientate al vegan e al free-from. «L’80% dei gusti di Wave gelato sono vegan e gluten free, per essere più inclusivi in un contesto in cui sono esigenze sempre più sentite». In ogni gusto c’è una narrazione gastronomica, di cui fanno parte anche il territorio e i rimandi alle origini dei fondatori: tra i signature troviamo Night in Taormina (con ricotta siciliana di pecora, pistacchio e scorza di limone candita); Limone & Lavanda, in cui il Mediterraneo incontra la Provenza; Vaniglia, che ogni trimestre cambia origine, dal Madagascar a Tahiti, passando per il Messico. Uscendo dai classici, troviamo Greco con yogurt naturale, miele, noci e polline, oppure il più tropicale Mango & Passion Fruit, amatissimo dagli inglesi che lo hanno ribattezzato “il salva vita post sbornia”.

Il sabato e domenica li troviamo al Broadway market di Londra con la bici-gelato e le carapine. «Domenica scorsa non esagero se dico che avevano 200 metri di fila», aggiunge Dabbene. I coni nella capitale britannica vanno da un minimo di 4,5 sterline, a cui aggiungere altri cinquanta centesimi per la panna; il gelato al chilo (anzi, litro) è venduto in Thermobox a 25 sterline. Ma la vera frontiera, come si diceva, sono le “mini tub”, i barattolini personalizzabili, che già sono utilizzate da diverse aziende per gli eventi corporate. «Anche negli uffici a Londra il gelato va fortissimo. Noi puntiamo a fare accordi di fornitura con le aziende, fornendo il nostro frigo pieno di gelati, da offrire ai dipendenti come benefit aziendale». Il costo di una singola monoporzione? Dipende dal numero e dagli accordi, comunque ci immaginiamo un formato da 100 grammi a circa 3 sterline al pezzo.

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